Corriere della Sera

Costi e benefici

- Giovanni Ferrari

Tante parole sono state spese sui Tar, forse sarebbe opportuno giudicare sui rapporti fra benefici e costi della giustizia amministra­tiva. Perché in attesa della riforma sui Tar, non ritornare alla formula già esistente sino a qualche decennio fa, della Giunta provincial­e amministra­tiva, il cui giudizio veniva espresso sia sulla legittimit­à che sul merito delle questioni proposte?

Nicodemo Settembrin­i

ENEL

Precisazio­ne sulla bolletta Desideriam­o fornire alcune precisazio­ni sulla bolletta elettrica, che comprende varie voci di spesa: alcune variabili, legate ai consumi, altre fisse. La spesa per gli oneri di sistema e quella relativa al contatore, stabilite periodicam­ente dall’Autorità per l’Energia (Aeegsi), sono prevalente­mente fisse, presenti anche con consumi trascurabi­li. Gli oneri di sistema non sono una remunerazi­one per Enel, ma servono a coprire costi per attività di interesse generale, come gli incentivi alle rinnovabil­i. Le componenti relative al contatore coprono i costi per la realizzazi­one e la gestione delle reti e per la rilevazion­e dei consumi. Dal 1° gennaio, nell’ambito della riforma approvata dall’Aeegsi, è stata abolita la struttura tariffaria che prevede prezzi crescenti al crescere dei consumi. Per i clienti domestici non residenti è stato introdotto un aumento delle componenti fisse. Siamo a disposizio­ne per ulteriori chiariment­i attraverso: i Punti Enel, i numeri verdi 800900860 (Enel Energia) e 800900800 (Servizio Elettrico Nazionale), i siti www.enelenergi­a.it e www.servizioel­ettriconaz­ionale. it Ufficio Stampa Enel Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579

lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it

Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere

Caro direttore,

dopo l’ennesima diatriba sulla direzione generale della Rai, sorge immediatam­ente una domanda: ma a chi serve una television­e di Stato controllat­a dai partiti? Così come non c’è un giornale di Stato, penso che si possa tranquilla­mente fare a meno di una television­e di Stato! Finirebber­o in questo modo tutte le diatribe tra partiti per il controllo dell’informazio­ne televisiva e il pubblico finalmente potrà godersi i canali che preferisce! Milano

Caro signor Ferrari,

Una television­e di Stato, totalmente controllat­a dai partiti, non serve proprio a nessuno. Anche perché il cambio continuo di governi e maggioranz­e, e dunque dei referenti politici della Rai, espone l’azienda a tensioni costanti. Troppo tempo perso a interpreta­re le indicazion­i e gli umori del potente di turno, sprecando energie utili alla progettazi­one di buoni programmi e alla realizzazi­one di buona informazio­ne.

La Rai ha dimostrato nella sua storia (e in parte anche oggi) di avere risorse profession­ali importanti, di sapere, quando può, fare bene il suo mestiere.

Personalme­nte, come cittadino, sono disponibil­e a pagare un giusto canone se in cambio ho un’informazio­ne indipenden­te e di qualità, programmi che non inseguano a ogni costo gli indici d’ascolto e il mercato pubblicita­rio, produzioni innovative. La Rai dovrebbe darci qualcosa di diverso dalle tv commercial­i, oggi lo fa solo in parte.

Esistono tanti modelli di tv pubblica, con un controllo indipenden­te, utili a definire una nuova stagione. Ho purtroppo sfiducia nel fatto che i partiti molleranno la presa. C’è sempre qualche interesse e qualche elezione in arrivo che conta di più di un servizio pubblico al Paese. Le lettere a Luciano Fontana vanno inviate a questo indirizzo di posta elettronic­a: scrivialdi­rettore@corriere.it

SELFIE SUI TRAGHETTI

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