Corriere della Sera

Almodóvar: «Verdetto non unanime Vince un film politicame­nte scorretto»

Sorrentino: emozionato dal russo «Loveless», mi ha colpito l’immagine finale

- Stefania Ulivi

Almodóvar aveva un debole per Jupiter Moon. «A volte la democrazia è uno schifo», dice con una gran risata. «Ho cercato di convincere Pedro a smetterla di offrirmi favori sessuali per avere il mio voto. Sto scherzando, non fatevi strane idee». E lo stesso Almodóvar spende parole commosse senza nascondere le lacrime, per 120 Battements par minute di Robin Campillo. «Non avrei potuto amarlo di più come altri giurati, di cui sono stato solo la nona parte. È un film importante per ricordare a questo Paese e al mondo che cosa è successo solo pochi anni fa».

Ma l’impression­e è che al di là di gusti e passioni, tutti si siano goduti l’occasione di essere per un po’ chicas e chicos Almodóvar. Lui si prende in giro da solo. «Nella conferenza stampa iniziale ho detto cose folli. Tipo che cercavo un capolavoro come Apocalypse now o La dolce vita. Non è giusto fare paragoni simili, ci vorrà tempo per capire il valore. Ma davanti ad alcune pellicole ho sentito l’impatto di trovarmi di fronte a un’opera maestra». Il fantasma di Netflix resta sospeso. Certo né Ojka né The Meyerowitz Stories sono entrati tra i premi. Pedro la prende larga: «Il cinema sta cambiando ovunque, tutti noi nel mondo ci cibiamo di immagini come mai nel passato, abbiamo bisogno di fiction più che mai. Ci saranno sempre dei narratori, vicende che ci fanno aprire gli occhi, che ci emozionano, ci fanno pensare». Maren Ade e Jessica Cha- Bacio La madrina Monica Bellucci bacia il presidente della giuria Pedro Almodóvar L’urlo di Binoche Il regista svedese Ruben Östlund (43 anni) esulta per la Palma d’Oro assegnata al suo film «The Square». Sullo sfondo la reazione gioiosa dell’attrice francese Juliette Binoche (53 anni). Grande assente il protagonis­ta della pellicola Claes Bang. Entusiasta il presidente della giuria Pedro Almodóvar, che ha commentato: «Avrei già voglia di rivedere il film» stain sottolinea­no la soddisfazi­one per il premio per la miglior regia a Sofia Coppola per The Beguiled. «È un riconoscim­ento importante» dice la regista data per favorita l’anno scorso con Vi presento Toni Erdmann. «Sono felice di incontrare colleghe registe, siamo sempre circondate da uomini, bene che il cinema racconti le donne di oggi».

Ne vorrebbe ancora di più la star americana. «Vorrei vedere sullo schermo personaggi che riconosco dalla mia vita quotidiana. In questo festival mi ha turbato scoprire come nel mondo si veda la donna». L’impegno a cambiare lo prende a nome di tutti Will Smith. «L’anno prossimo magari mettiamoci anche un paio di registi neri» dice scherzando ma non troppo. «Questa è una comunità globale, con alcuni di loro ho discusso per creare un board che renda più facile l’accesso a questa comunità creativa alle minoranze».

Ho amato il film sulle lotte anti Aids: una storia giusta per ricordare a tutti quello che è successo solo pochi anni fa

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