Allegri il primo acquisto e quel «voglio restare» che non è di facciata
Oltre i gol di Higuain e le serpentine mozzafiato di Dybala c’è un livornese scanzonato e sarcastico, il regista di questa Juve famelica che oggi darà il via all’operazione Champions. Massimiliano Allegri, arrivato quasi per caso, è diventato la stella cometa bianconera, tre scudetti su tre, tre Coppe Italia su tre, due finali di Champions in tre anni, anche una Supercoppa italiana. Il primo acquisto in vista della prossima stagione. Perché la Juve, vada come vada, non finisce a Cardiff. «Voglio rimanere», ha confessato Max prima di Bologna. Facile obiettare: che altro poteva dire alla vigilia della settimana più importante del suo ciclo torinese? Eppure è la verità. Allegri ha chiarito il concetto, allontanando il sospetto che in caso di triplete possa avere la tentazione di ritenere chiusa la sua esperienza alla Juve. Parole che hanno rallegrato l’ambiente ormai schierato per intero dalla sua parte. Il primo anno «Acciughina» ha saputo scrollarsi di dosso l’ingombrante fantasma di Conte, il secondo è stato protagonista di una vertiginosa e vincente rincorsa. Il terzo, in attesa della tripletta, è già passato alla storia per la rivoluzione tattica, il 4-2-3-1 con le cinque stelle tutte in campo e pronte a sacrificarsi. Se c’è un allenatore in grado di riaccendere la Signora dopo una stagione così stressante, è Allegri. La Juve vuole andare avanti con lui, peraltro già sotto contratto sino al 2018. E Max non insegue altre sirene. Al di là di Schick e Fabinho, le trattative più calde sul mercato, la sua conferma sarebbe il
miglior modo per ripartire. Manca l’incontro decisivo. Non è un semplice dettaglio. La volontà è comune ed è un gran bel punto di partenza, però bisogna parlare di soldi e di programmi. Allegri, grazie alle due finali di Champions in tre anni, è finito in una nuova dimensione da top manager e vuole un adeguamento forse superiore ai soldi che la Juve ha deciso di stanziare per la guida tecnica, circa sette milioni, lo stipendio di Higuain e Dybala. Ma soprattutto vuole capire come la società intenda rinforzare una squadra spremuta che, per ricominciare subito con il piglio giusto, ha bisogno di energie fresche e giovani di valore. Senza contare che anche i vecchi leoni, l’anima dello spogliatoio, andranno rimotivata. Come affrontare la ripartenza è il vero nodo. Lui, dopo Berlino, c’è riuscito, anche se con molte difficoltà e un inizio totalmente in salita. Ora però c’è Cardiff e qualsiasi discorso che non riguarda la finale è inutile. La Champions è il sogno, il coronamento di una stagione fantastica, la Coppa attesa da 21 anni. Max ha tutto chiaro in testa: l’avvicinamento (allenamenti brevi ma intensi per far salire la tensione agonistica), la formazione (probabile Alves alto in linea con Dybala e Mandzukic e Barzagli in difesa), la tattica (attaccare perché la difesa è il reparto più fragile del Real). È lui al centro dell’universo bianconero.