I nuovi mostri
Dentro il vulcano McLaren 720S Cattiva in pista, dolce su strada
VALLELUNGA (ROMA) Le guardi quegli occhi scavati, e ti chiedi se siano solo un effetto speciale. È questa la prima domanda con cui la nuova McLaren 720S, quella che deve colpire dritto al cuore delle supercar, lì dove c’è anche la Ferrari 812 Superfast, ti mette in testa. Tutta la sua linea è in effetti contraddistinta dai due enormi fari frontali che sembrano due crateri profondi e un po’ inquietanti. «No, non sono un vezzo estetico — ci dice Emilio Scervo, l’italiano con un passato in Ferrari e in AMG, ora in forza alla Casa di Woking, l’ingegnere a capo del team che ha progettato e sviluppato la 720S —. La loro forma è funzionale all’aerodinamica e al raffreddamento dei due radiatori dell’acqua che abbiamo posizionato alle loro spalle».
Svelato l’arcano mistero, rimane la convinzione che finalmente la Casa inglese abbia trovato una faccia, e uno stile, immediatamente riconoscibile, che piaccia o no. Prima, dalla 650S alla incredibile P1, le McLaren sembravano hypercar provenienti dall’Iperuranio, perfette, pulite e chirurgiche creature che non ti prendevano alle viscere, non ti toglievano il fiato al primo colpo d’occhio. Ora, la 720S, ancora prima di stupirti con le prestazioni del suo nuovo V8 4 litri biturbo da 720 cv, non ti
lascia scampo, ti guarda, si fa guardare e a modo suo ti aggredisce. Salirci poi, passando sotto le portiere che si aprono ad ala, diventa un viaggio nel cuore del vulcano, e stavolta la metafora è ancora più facile date le numerose parti a vista della nera monoscocca di carbonio che le conferisce rigidità e leggerezza straordinarie (la cornice del parabrezza pesa solo 7 kg, meno della metà di quelle di altre rivali che non utilizzano la fibra di carbonio). L’esperienza nell’abitacolo è futuristica e brutale assieme. Sarà il cruscotto reversibile che, in modalità «Track», diventa una fessura con pochi ed essenziali dati visibili al pilota, sarà il display touchscreen della console centrale su cui regolare moltissimi parametri, anche quelli del VDC (Variable Drift Control) per mettere l’auto di traverso come un campione di rally senza troppi problemi, sarà il tetto panoramico che ti sovrasta, ma dentro la 720S ti senti nel posto giusto, al centro della guida. In pista, con prestazioni che fermano il tic-tac dell’orologio a 7,8 secondi nello 0-200 km/h e a 4,6 secondi il tempo di stop da 200 a 0 km/h (117 metri), grazie ai freni carboceramici di serie e all’airbrake che fuoriesce là dietro, la nuova McLaren dimostra decisamente di sapersela cavare.
Ma la 720S non è stata pensata esclusivamente per le staccate impossibili e le traiettorie impostate. No, vuole essere una supercar da portare a spasso tutti i giorni. Sarà per questo che gli inglesi hanno lavorato moltissimo sul comfort. Per esempio, un vano dietro i due sedili può ospitare fino a 210 litri di bagagli, che si sommano ai 150 litri di quello frontale. Telaio e motore possono essere regolati da due manettini e questo permette di trovare un set-up più o meno rigido, grazie anche alle sospensioni idrauliche a controllo elettronico. Insomma, in un paio di mosse si è pronti alla strada o al giro in pista.
È un bolide da 720 cavalli, in grado di sfondare i 340 km all’ora. Ma si può guidare nei percorsi di tutti i giorni (quasi) come fosse una berlina