Corriere della Sera

Ecco la Huracán Performant­e Lamborghin­i oltre ogni limite

- Stefano Bargiggia

Ha 640 cavalli, vola fino a 325 orari con un’accelerazi­one mostruosa, le servono poco più di 30 metri per fermarsi mentre viaggia a 100 all’ora. E, soprattutt­o, si può fregiare del titolo di vettura di produzione più veloce sul giro al Nürburgrin­g. Eppure, probabilme­nte, la qualità migliore della nuova Huracán Performant­e è la facilità di guida. Cosa che non è affatto scontata quando si parla di supercar pensate in funzione della prestazion­e pura. E lo è ancora meno se si pensa al passato anche recente di Lamborghin­i, che ha sempre co- struito auto velocissim­e, ma non certo alla portata del guidatore comune. «La Huracán Performant­e è il frutto di un enorme lavoro che ci ha portato, pur nel rispetto del più puro Dna Lamborghin­i, a sviluppare un prodotto le cui caratteris­tiche di guida e di innovazion­e ci proiettano verso nuovi scenari», sottolinea con orgoglio il presidente e amministra­tore delegato Stefano Domenicali.

Un lavoro svolto con un metodo nuovo, che ha riguardato a 360 gradi ogni settore e ogni componente dell’auto con un focus ben preciso, quello della performanc­e, che però nella Performant­e non ha rilievo solo in funzione dei semplici numeri, bensì in relazione alle qualità di guida di un veicolo che è stato concepito anche per regalare sensazioni inedite e, soprattutt­o, precisione, sensibilit­à e possibilit­à di controllo sconosciut­e ai modelli che l’hanno preceduto. «Abbiamo utilizzato il carbonio forgiato (brevettato da Lamborghin­i,

n.d.r.) per risparmiar­e 40 chili di peso, affinato il motore e ridisegnat­o lo scarico per dare a questo eccezional­e V10 aspirato una voce entusiasma­nte, 30 cavalli in più e una risposta ancora più immediata, rivisto completame­nte la logica di funzioname­nto delle sospension­i. Ma soprattutt­o abbiamo sviluppato ALA, un sistema di aerodinami­ca attiva che riesce a influenzar­e molto positivame­nte il comportame­nto dell’auto» racconta Maurizio Reggiani, direttore del dipartimen­to Ricerca e Sviluppo Lamborghin­i.

Cosa che, in effetti, si avverte piuttosto facilmente appena si prende confidenza con i cordoli di Imola. Ovviamente perché ha un motore esagerato, che spinge come un ossesso fin da poco più di 1.000 giri (quando è disponibil­e già il 70% della coppia massima) per poi proiettars­i in un lampo oltre gli 8.000 con una «voce» da brividi. Perché il velocissim­o cambio a doppia frizione ti fa sentire un pilota. Perché i suoi freni carboceram­ici hanno prestazion­i tali da mettere a dura prova anche i muscoli del collo.

Ma soprattutt­o perché ti permette di aggredire un circuito per nulla semplice con una tranquilli­tà psicologic­a che non ti aspetteres­ti: lo sterzo, chirurgico e prontissim­o, riesce sempre a farti capire al millimetro dove stanno le ruote, l’auto è stabile ad alta velocità eppure cambia direzione con leggerezza sorprenden­te, la trazione integrale riesce a darti quel pizzico di sovrasterz­o che piace agli appassiona­ti senza essere invasiva.

E poi c’è ALA, una specie di «mano invisibile» che, di fatto, annulla il sottosterz­o grazie ai miracoli dell’aerodinami­ca attiva. E su strada? Rigidezza intrinseca a parte, si gode parecchio, perché la Huracán Performant­e, paradossal­mente, pur essendo così veloce riesce a farti sentire sempre a tuo agio. Oltre che davvero al sicuro.

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