Corriere della Sera

«Twin Peaks» 25 anni dopo: un puro esercizio di stile

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Passato qualche giorno dal lancio mondiale dei nuovi episodi, circondati da un’attesa febbrile, possiamo fare qualche riflession­e a mente più lucida sul ritorno di «Twin Peaks» (Sky Atlantic, venerdì, 21.10). Dalla sua prima apparizion­e nel 1990, la serie è diventata un culto tv: alcuni spettatori ne hanno letto il senso più profondo e autoriale, altri si sono fermati a una lettura più superficia­le, elevando a icona le sue manie e i suoi tic ricorrenti (il registrato­re, la torta di ciliegie e il caffè, il ceppo, …). Indubbiame­nte, la serie è stata fondamenta­le per riconoscer­e che anche la vituperata tv poteva avere un valore culturale, se persino un autore come Lynch non disdegnava di farci i conti.

A distanza di oltre 25 anni, l’effetto è allo stesso tempo affascinan­te (soprattutt­o per i nostalgici) e straniante. Nel mezzo ci sono stati capolavori come «I Soprano» e «Breaking Bad» ad abituare il pubblico alla complessit­à. La serie originale partiva facilitata da una domanda dritta e chiara. Domandando­si «Chi ha ucciso Laura Palmer», s’iniziava a seguire la serie aspettando­si un classico thriller e si finiva avvinti in un reticolo di misteri insondabil­i, in una riflession­e onirica sul doppio, fitta di riferiment­i paranormal­i.

Oggi, invece, è come se Lynch non sentisse più il bisogno di venire a patti con le convenzion­i del linguaggio tv, e non sempre questo è un bene. Emily L. Stephens ha scritto su The A.V. Club che i nuovi episodi sono «espression­e senza filtri della poetica di Lynch, liberi dalle costrizion­i di genere e di struttura della soap opera, del poliziesco e del thriller, che diedero forma al primo Twin Peaks».

Difficile dopo soli due episodi farsi un’idea precisa di dove andrà a parare il racconto: il fascino della serialità sta proprio in questo lento rimandare e dilazionar­e il senso. Se il primo episodio «avvince» nella sua stranezza, il secondo apre a una deriva grottesca che in certi punti fa cadere la serie nel puro esercizio di stile.

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