Corriere della Sera

Insinna, l’idea di lasciare la tv «Potrei darmi alla politica»

Insinna: attaccato per il mio appello alla bontà

- di Tommaso Labate

Dice di aver paura. Perché?

«Iniziamo da Striscia. Ho una persona potentissi­ma contro di me, che sono solo».

Perché pensa che Antonio Ricci ce l’abbia con lei?

«Perché ho avuto l’ardire di condurre un programma che andava nel suo stesso orario, e andava anche bene. E poi perché sono l’unico, insieme a Bonolis e a Fabrizio Del Noce, ad avergli risposto per le rime».

Si è chiesto perché quei suoi vecchi audio siano venuti fuori proprio ora che «Affari tuoi» non va più in onda?

«Dopo il mio discorso a Cartabianc­a, quello in cui parlavo del vivere in un Paese gentile, è cambiato qualcosa. Me ne sono reso conto dal giorno dopo. Il video è diventato virale, riscuotend­o successo ovunque. Ho ricevuto chiamate da chiunque. Ed evidenteme­nte questa cosa ha cominciato a dar fastidio a qualcuno. Come a dire, “e questo mo’ che s’è messo in testa, dove vuole andare?”».

L’ha cercata la politica?

«Mettiamola così. All’indomani di quel mio intervento su RaiTre, avrei avuto solo l’imbarazzo Fuorionda La concorrent­e della Val d’Aosta definita «nana» di decidere con chi candidarmi. Non le faccio nomi, ovviamente. Ma le basti sapere che potevo scegliere di qua o di là, di sopra o di sotto».

E ci ha pensato, a trasformar­e in politica il suo impegno civile?

«Sa che le dico? In quei giorni avevo detto di no. Adesso, con la campagna di odio che sto subendo, le rispondo che invece potrei pensarci. Lo sa dove stavo mentre mi stavano preparando quel bel piattino? Ero stato a Marghera, in un poliambula­torio di Emergency che cura non solo gli immigrati, ma anche gli italiani che non possono permetters­i il medico. Ero stato nella sezione femminile del carcere di Rebibbia con la Comunità di Sant’Egidio. Vede, non ho problemi a chiudere per sempre con la tv. Un giorno, tra molti anni, racconterò anche le mille proposte rifiutate. Avessi accettato tutto sarei più ricco, ma senz’altro più infelice. Con una cosa, però, non voglio e non posso chiudere. E questa cosa è il lasciare, nel mio piccolo, un mondo più pulito di come l’ho trovato».

Si è riascoltat­o mentre diceva «nana di m...» nelle registrazi­oni?

«Lei pensa che non mi vergogni? Mi vergogno ogni minuto di quelle parole. Faccio una lotta quotidiana contro me stesso per essere migliore. Se parlassi sempre bene sarei Kennedy, e non lo sono. Ma c’è una cosa su cui non discuto. Non sarò un buono, ma sono una persona perbene. Alla mia talentuosa squadra di Affari tuoi chiedevo sempre il massimo e certe volte l’ho chiesto male. Un po’ come Mourinho. Me ne scuso e mi vergogno, sì. Ma mi sarei vergognato di più se fossero usciti audio del tipo “abbiamo lavorato male, ma sti..., annamosene tutti a cena”. Sono romano fino al midollo e La società dei magnaccion­i è l’unica delle nostre canzoni che non mi piace. Il “ma che ce frega / ma che ce ‘mporta” non è cosa mia».

Ha un’idea di chi possa aver trafugato i suoi audio?

«Hanno trovato un “corvo” che infangasse un eroe come Giovanni Falcone, si figuri quanto ci è voluto a trovarne uno che sfregiasse un saltimbanc­o come me. Chiunque mi abbia colpito vigliaccam­ente l’ha fatto a trasmissio­ne finita per evitare di ritrovarsi il giorno dopo di fronte al sottoscrit­to, alla Rai, a Endemol, che produceva il programma. E comunque ho avuto messaggi da tutti quelli che hanno lavorato

I fuorionda

«Mi vergogno tanto di quelle parole. Non sarò un buono ma sono una persona perbene»

con me, nessuno escluso. Cito per tutti gli operai del programma, che nei loro messaggi hanno ripetuto la parola “paura”, per me e per quello che sta succedendo».

Se avesse davanti Antonio Ricci, che cosa gli direbbe?

«Gli direi “parliamoci”. E gli chiederei “che t’ho fatto?”. Perché tutto questo odio? La cosa che più mi preoccupa è il messaggio che passa. Il voler disegnare Insinna, quello che regala la barca ai migranti, quello del discorso di Cartabianc­a, come il peggiore di tutti. In questi giorni penso spesso a quanti ragazzi si sono mostrati disposti a dare una mano a chi soffre dopo aver ascoltato le mie parole. Se anche solo uno avesse cambiato idea dopo questa campagna d’odio, ecco, quella sarebbe una sconfitta per tutti».

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