La diplomazia della stretta di mano decisa Nuova strategia dell’Eliseo per farsi valere
Emmanuel Macron, calmo, demolisce gli organi di propaganda del Cremlino Russia Today e Sputnik — «non è stampa ma disinformazione» — proprio davanti a Vladimir Putin, l’uomo che li finanzia. Alterna passaggi concilianti sull’amicizia secolare tra Mosca e Parigi, e il presidente francese parla anche dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali e trans in Cecenia, sempre davanti a Putin, responsabile almeno indiretto delle persecuzioni. Infine, dichiara sereno che la Francia risponderà con una immediata rappresaglia militare se mai il dittatore siriano Bashar al Assad, sostenuto e difeso da Putin, farà di nuovo uso delle armi chimiche. Per il momento siamo ancora nella fase di costruzione del personaggio, quel che contano sono i risultati e su quelli andrà valutato il nuovo presidente della Repubblica francese. La sfida complicata e decisiva è quella interna, legata al rilancio dell’economia, ai conti pubblici da risanare e al calo della disoccupazione. Ma intanto si può riconoscere che i primi passi — almeno simbolici — di Emmanuel Macron sono impressionanti. Ieri, al castello di Versailles, la figura di quello leggermente impacciato l’ha fatta Vladimir Putin, 64 anni, eletto per la prima volta presidente della federazione russa il 26 marzo del 2000, e protagonista ormai di centinaia di vertici internazionali. Emmanuel Macron, 39 anni, si è insediato all’Eliseo appena due settimane fa ma esibisce già la «forza tranquilla» dell’ultimo grande presidente francese, François Mitterrand, salito al potere quando lui aveva tre anni. Macron per adesso è alla diplomazia delle strette di mano (quella forte e lunghissima con Trump l’ha rivendicata lui stesso come «un momento di verità, non si fanno concessioni, neanche le più piccole»); ma anche la capacità di difendere i propri principi in modo efficace, convincente, senza sbruffonate o timidezze da ragazzo inesperto. Che parli con gli operai Whirlpool che lo fischiano e inneggiano a Le Pen o con i presidenti Trump e Putin avversari fino a ieri, Macron dà l’impressione di non agitarsi mai, e non indietreggia di un centimetro. Sembra talmente sicuro delle sue idee da non avere bisogno di alzare la voce per sostenerle. La personalità del leader non è tutto e comunque ci saranno altre occasione per metterla alla prova ma, per adesso, Macron si dimostra all’altezza delle sue più ispirate promesse elettorali.