Corriere della Sera

Merkel: «Io resto transatlan­tica Ma l’Europa difenda i suoi valori»

- D.Ta.

Diplomazia La cancellier­a Angela Merkel con il premier indiano Narendra Modi, che, dopo la Germania, visiterà Francia, Russia e Spagna per migliorare i rapporti bilaterali (Epa) ponga ai margini».

Così dicendo, Merkel sposta ulteriorme­nte l’attenzione sull’Europa, sulla necessità non solo di muoversi da sola in un mondo nel disordine ma anche di caricarsi sulle spalle la difesa dei valori dell’Occidente. Impegno che Barack Obama le aveva trasmesso prima di lasciare la Casa Bianca ma che la cancellier­a ha più volte detto di non potere sostenere da sola. Insomma, la sua è una richiesta agli europei non di diventare antiameric­ani ma di prendere in mano valori comuni che a suo avviso Trump sta facendo cadere. In più, in una situazione in cui la Ue è impegnata nella non piccola impresa di gestire il processo di uscita del Regno Unito.

La «frattura di Monaco» è stata ieri il principale tema di discussion­e nel mondo politico, non solo in Germania. Il presidente della Commission­e Ue, Jean-Claude Juncker, ha fatto sapere attraverso il suo portavoce che sì, l’Europa deve «farsi carico del suo destino», ma dovrà rimanere «aperta al mondo», non una fortezza chiusa in se stessa, insomma. Juncker dice che lavorerà «per costruire ponti». A Washington la sorpresa è stata considerev­ole e naturalmen­te il discorso di Merkel è stato molto sottolinea­to dagli avversari di Trump e dai media.

In generale, la valutazion­e corrente è che Merkel abbia deciso la svolta perché convinta che, dopo l’elezione di Emmanuel Macron in Francia, l’Europa abbia la forza di contrastar­e Trump e di gestire la Brexit. Ci sono però altre ragioni, non ultima la necessità di presentars­i come la leader

Il leader socialdemo­cratico tedesco, Martin Schulz, prende le difese della sua più diretta rivale politica, ovvero la cancellier­a Angela Merkel, e lancia via Twitter l’affondo contro il presidente statuniten­se. #Trump. Trump humiliates the free world! (Trump umilia il mondo libero!) che si oppone agli «uomini forti» del momento (Putin e Erdogan, oltre che Trump) nel corso della campagna elettorale per le elezioni in Germania di fine settembre. E di non lasciare agli avversari socialdemo­cratici l’esclusiva della critica alla Casa Bianca.

Inoltre, Merkel è di fronte alla necessità di avere un successo politico al G20 di luglio che si terrà ad Amburgo sotto la presidenza tedesca. Lo sta organizzan­do senza tregua: l’incontro ieri a Berlino con il presidente indiano Narendra Modi, domani arriva il primo ministro cinese Li Keqiang. Anche ad Amburgo, però, l’imprevedib­ile potrebbe essere Trump, tra l’altro poco vincolato dal G7 siciliano. Svolta sì, ma complicata.

Chiunque oggi si mette un paraocchi nazionale e non ha più occhi per il mondo intorno, si pone ai margini

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