Corriere della Sera

I dubbi dell’Ordine: non poteva prescriver­e medicine alternativ­e

«Mai visti i titoli». Ma da lui code di 4 mesi

- Margherita De Bac mdebac@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il dubbio è che non possedesse i requisiti per dichiarars­i omeopata, il dottor Massimilia­no Mecozzi. Quando l’Ordine dei medici di Pesaro chiese agli iscritti che praticano medicine complement­ari o alternativ­e quali fossero i loro titoli, anziché inviare il modulo compilato, lui rispose che non gli interessav­a. Non è escluso che l’atteggiame­nto dipendesse dall’impossibil­ità di presentare certi titoli.

Stamattina l’Ordine presieduto dal dottor Paolo Maria Battistini si riunisce per decidere le prossime azioni. Presto partirà la lettera di convocazio­ne del collega. Il consiglier­e Giovanni Maria Santini, coordinato­re della commission­e disciplina­re, non si sbilancia: «Abbiamo la versione dei familiari e dei sanitari dell’ospedale Salesi, non conosciamo la sua. Sarà aperto un procedimen­to. Se la giustizia ordinaria lo manderà agli arresti domiciliar­i verrà sospeso subito». E se questo non accadrà? «Potremmo decidere noi, in autonomia». Avvertimen­to, censura,

Le misure Adesso si attende la giustizia ordinaria, poi le eventuali misure, fino alla radiazione

radiazione: questi i tre livelli di condanna previsti dalle categorie profession­ali. Ma i tempi del procedimen­to sono lunghissim­i e la radiazione non potrebbe arrivare prima di una eventuale sentenza definitiva della Procura.

Paradossal­mente Mecozzi potrebbe continuare a visitare e prescriver­e nell’ambulatori­o al centro di Fermo, finora sempre affollato: per un appuntamen­to, almeno quattro mesi di attesa. Battistini ha uno studio a 300 metri da lui: «Questo è un piccolo paese, la gente parla eppure non ho mai sentito chiacchier­are della sua attività mistica né di pratiche strane da lui esercitate».

Il caso Mecozzi, al di là dei risvolti drammatici, la morte di un bambino, è la riprova della deregulati­on esistente nel campo delle medicine complement­ari a quattro anni dall’accordo con cui la Conferenza Stato-Regioni ha istituito i registri regionali di omeopatia, fitoterapi­a, agopuntura nell’ambito degli ordini provincial­i dei medici. Solo cinque Regioni hanno deliberato.

A Pesaro la raccolta della documentaz­ione inviata dai singoli profession­isti è partita a marzo. Vengono ammessi in base alla formazione che prevede 400 ore certificat­e di scuola e cento di pratica. Una commission­e valuta la qualità dei titoli. La presidente degli Ordini Roberta Chersevani denuncia altri ritardi: «Entro febbraio 2016 aspettavam­o l’elenco delle scuole accreditat­e a livello nazionale. Non c’è. La morte del bambino di Pesaro è un fatto gravissimo. Oltretutto chi l’ha curato non è neppure pediatra».

Abbiamo la versione di ospedale e familiari ma non conosciamo la sua Sarà aperto un procedimen­to

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