Praggu, lo scacchista di 11 anni pronto a battere tutti i record
Ha imparato dalla sorellina. «Sarà il Gran Maestro più giovane di sempre»
Davanti a una scacchiera lui non gioca, sogna. Difende il suo re e la sua regina come nessun ragazzino aveva mai fatto prima. E ogni volta che muove un pezzo ricorda all’avversario la potenza della sua memoria.
Rameshbabu Praggnanandhaa, per tutti Praggu, è nato in India 11 anni, 9 mesi e 20 giorni fa, ed è un predestinato. Nel 2013 aveva vinto il campionato mondiale dei giovani scacchisti under 8, nel 2015 si è guadagnato lo stesso titolo under 10, ma il salto l’ha fatto l’anno scorso — quando aveva 10 anni, 10 mesi e 19 giorni: ha bruciato tutti i record ed è diventato il più giovane Maestro internazionale di scacchi di tutti i tempi. E adesso — dopo quel riconoscimento che per ordine di importanza è il secondo nella «carriera» scacchistica — gli occhi degli appassionati di tutto il mondo guardano al suo futuro e al probabile nuovo record assoluto, cioè diventare il più giovane Grande Maestro della storia.
Di tempo ne ha abbastanza, perché l’adolescente da cacciare dal podio sarebbe il russo Sergey Karjakin che divenne il Grande Maestro più piccolo del pianeta a 12 anni e sette mesi. Per ottenere il titolo entro quell’età, quindi, al nostro Praggu mancano ancora nove
mesi e una manciata di giorni. Ce la può fare. Anzi: ce la farà, sono convinti i suoi fan. Metterà assieme di certo tutte le vittorie e i punti che gli servono.
Praggu a dire il vero non sembra tanto preoccupato. Lui gioca per giocare, vincere è un risultato che arriva da sé. E con la naturalezza che soltanto i ragazzini sanno avere davanti alle grandi sfide, questo piccolo giocatore dagli occhi neri racconta al quotidiano argentino Clarin che «non saprei dire perché sono così bravo a scacchi. So che mi diverto. Mi piace la tattica e il calcolo delle diverse possibilità». Dice che «oggi i bambini di 11 anni vincono i Grandi Maestri con l’aiuto della tecnologia e con le informazioni online».
Il quotidiano scrive che cominciò a maneggiare i pezzi della scacchiera quando aveva tre anni guardando sua sorella Vaishali, anche lei una campionessa degli scacchi.
I giornali indiani raccontano che a scuola e in famiglia erano tutti stupiti della memoria formidabile di Praggu, che con lui mai nessuno ha ripetuto due volte un concetto, un numero, una lezione.
Del resto basta vederlo all’opera mentre gioca. A ottobre dell’anno scorso sbalordì la sala con i suoi calcoli delle probabilità e con la capacità di anticipare le mosse dell’avversario. Era sull’isola britannica di Man, all’altezza del confine fra Irlanda e Regno Unito, e dall’altra parte della scacchiera giocava il Grande Maestro Axel Bachmann, paraguaiano. Il Clarin ricorda che Praggu lo costrinse alla resa in 18 mosse, quasi una sconfitta da dilettanti, e che Bachmann si era giustificato dicendo: «Quel ragazzetto mi ha colto in un momento personale difficile. È un fenomeno e può vincermi però non in questo modo e con questa facilità».