Corriere della Sera

Il progetto

- DALLA NOSTRA INVIATA

«L’ambiente qui è molto ostile. A 4.500 metri di altitudine tutto diventa più difficile, ma mettendo a frutto l’esperienza di 100 anni di sfruttamen­to geotermico di Larderello, siamo riusciti a generare energia elettrica sostenibil­e e pulita per lo sviluppo della popolazion­e, a zero emissioni, e zero rumore». Simone Villani è l’«ostetrico» che ha fatto entrare in servizio a fine marzo la centrale geotermica dell’Enel nel deserto di Atacama sull’altopiano andino, in Cile, al confine con la Bolivia. La città più vicina, a 150 chilometri, è Calama. Villani è un ingegnere abituato alle sfide, ha avviato impianti in Canada, El Salvador, Messico e nella Foresta Amazzonica, «ma questa volta è diverso». Forse perché è una centrale quasi sul tetto del mondo tra lama e vigogne.

Il ceo dell’Enel, Francesco Starace, l’ha definito «l’impianto dei record»: «Il primo geotermico in America del Sud, il primo a ciclo binario dell’area, il più alto al mondo. Ce n’è un altro in Nepal, che è stato studiato da italiani tempo fa, ma a una altitudine inferiore. È stato un impianto estremamen­te complicato da costruire dal punto di vista logistico perché lavorare a 4.500 metri di altezza richiede un certo tipo di fisico e anche un certo tipo di organizzaz­ione, non si possono fare orari lunghi. Abbiamo dovuto costruire il campo base, capace di accogliere oltre 700 persone, più in basso a 3.600 metri, attrezzand­olo con una serie di infrastrut­ture rinnovabil­i». È stato installato un innovativo sistema di produzione di energia fotovoltai­ca e celle a combustibi­le con idrogeno. In Cile,

Enel Green Power, guidata da maggio da Antonio Cammisecra, attraverso la controllat­a cilena ha realizzato la prima centrale geotermica del Sud America. Costruita nel deserto di Atacama a 4.500 metri sul livello del mare, è la più alta al mondo ma anche nel mondo, l’energia geotermica targata Enel Green Power parla toscano. Come Guido Cappetti, il general manager di Geotermica del Norte — la joint venture tra Enel Green Power Chile (81,7%) ed Empresa nacional del Petróleo, la società statale cilena degli idrocarbur­i (18,3%) — che ha realizzato la centrale. I lavori sono cominciati due anni fa ma il progetto — 320 milioni di dollari Usa l’intero investimen­to — ha preso le mosse nel 2005 quando l’Enel, entrata in Cile un po’ prima attraverso l’acquisto di una società americana con piccoli impianti idroelettr­ici, si rende conto delle potenziali­tà geotermich­e del Paese e acquisisce due società che non avevano asset ma concession­i di esplorazio­ne. Iniziano così le ricerche in tre zone: a El Tatio (dove poi si focalizzer­à l’attenzione, in particolar­e A 4.500 metri La centrale geotermica dell’Enel a Cerro Pabellón, nel deserto di Atacama (Cile) È entrata in funzione a marzo

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