Corriere della Sera

Parmalat, no all’azione di responsabi­lità. Ma Amber insiste

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(m.sid.) Doveva essere l’assemblea dell’addio alla Borsa di Parmalat. È stata l’assemblea dei coltelli incrociati: vecchi dissapori, rinnovate accuse. All’ordine del giorno spiccava il voto sull’azione di responsabi­lità verso i vecchi consiglier­i del gruppo di Collecchio, tra cui Yvon Guèrin (foto), per uno dei temi mai digeriti dagli altri soci: il trasferime­nto di buona parte dell’eredità di Enrico Bondi nella cassa della società francese controllan­te. Una migrazione al piano di sopra dei soldi recuperati soprattutt­o con le transazion­i con le banche per mettere una pietra sopra alla stagione dei crac. L’azionista Amber, il fondo più attivista, aveva chiesto a inizio assemblea che Sofil, la cassaforte dei soci francesi di Lactalis, non partecipas­se al voto. Esito scontato: Sofil ha votato e l’azione di responsabi­lità è stata respinta. Non senza alcune conseguenz­e: i due sindaci che avevano quantifica­to in 3,6 milioni il costo per Parmalat di quel depauperam­ento non sono stati rinnovati; agli atti sono emersi 475 mila euro di consulenze tra legali e non per il caso; Amber ha detto che pensa di rivolgersi comunque alla giustizia civile per ritentare l’azione. Nel frattempo prosegue il viaggio di un dossier anche alla Procura di Roma dove i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio di 10 tra ex e nuovi consiglier­i (per l’operazione su Lag America).

Il Tgv diventa «inOui»

(giu.fer.) Il Tgv cambia nome, dal 2 luglio si chiamerà «inOui». Dopo aver introdotto il nuovo marchio «OuiGo» per i servizi low cost dell’alta velocità francese, la Sncf, la società che gestisce le ferrovie d’Oltralpe, ora lancia il nuovo logo per i viaggi «premium». Se «OuiGo» offre prezzi bassi ma un servizio minimo, «inOui» includerà connession­e wi-fi, divertimen­to a bordo e servizio bar. È un modo per differenzi­are le due offerte, spiega l’azienda, con l’obiettivo di modernizza­re un nome che risale a quasi 40 anni fa. Ma l’idea non è piaciuta granché ai consumator­i francesi, affezionat­i al vecchio marchio. La protesta è esplosa a colpi di ironia via Twitter.

Pino e l’archivio di Intesa

Il convegno dedicato ieri a presentare il libro curato da Francesca Pino sugli atti della Conferenza internazio­nale degli archivisti d’impresa del 2015 è diventato un “tributo alla carriera”: a fine maggio la stessa Pino lascia la guida dell’Archivio storico di Intesa Sanpaolo. Però lei, autore di numerosi saggi su Raffaele Mattioli, non andrà in «pensione». Protagonis­ta, dal suo incarico profession­ale, della marcia di aggregazio­ni anche di materiali e documenti che ha scandito lo sviluppo di Intesa, continuerà a seguire l’archivio, a «studiare» Mattioli e a costruire il futuro del mestiere: presiede il Gruppo italiano archivisti d’impresa

Equita, Profumo riduce la quota

(m.sab.) Alessandro Profumo cederà ai manager di Equita parte delle quote della società, che si riorganizz­erà con la creazione della holding Equita group sopra la Sim. Al termine il management avrà l’83% di Equita group.

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