Corriere della Sera

Quel bronzo è Apollinair­e o Dora? Anche Picasso riciclava i regali

- Di Isabella Bossi Fedrigotti

Un monumento che sorge in un piccolo slargo parigino, di fianco alla chiesa di Saint-Germain-desPrés, ha dato ad Enzo Restagno, musicologo e autore di un gran numero di saggi dedicati ai maggiori compositor­i del Novecento, il pretesto di indagare, con il rigore dello storico mitigato da un sottofondo di costante, leggera ironia, la turbolenta vita sentimenta­le di Pablo Picasso. La testa scambiata s’intitola il libro che ne ha tratto (edizioni il Saggiatore, pp. 156, € 18): una cronaca, spesso somi- gliante a una fiaba, della nascita di un falso monumento che, con l’andare delle pagine, si trasforma nel catalogo — ragionato — delle numerose dame amate da quell’ingordo, instancabi­le don Giovanni che fu il grande pittore andaluso.

Tutto comincia, dunque, nello slargo di fianco alla chiesa dove nel 1959 fu posta, su una base di pietra, una testa di

Rigore e ironia L’autore traccia una biografia del genio spagnolo attraverso le sue amanti

bronzo raffiguran­te Guillaume Apollinair­e, morto ormai da oltre quarant’anni di febbre spagnola. Una testa bellissima, non a caso scolpita da Picasso, amico intimo del poeta scomparso, al quale, su richiesta dei parenti, aveva voluto fare quell’omaggio. Una testa, però, che, osservata da vicino, rivela tratti sorprenden­temente femminili, incornicia­ti, oltretutto, da una chioma di capelli lunghi raccolti sulla nuca in uno chignon.

Come mai quell’Apollinair­e di bronzo somiglia tanto a Dora Maar, per vari anni amante del pittore, fotografa e pittrice ella stessa, numerose volte ritratta dal maestro in quadri famosissim­i, ma che, nel 1959, era stata da molto tempo ormai «archiviata» nel folto gruppo delle ex? Prende corpo il sospetto — ormai una certezza — che la bella testa sia proprio quella della fiera Dora e che Picasso, chissà se per burla o per pigrizia, abbia spacciato per nuova, scolpita per l’occasione, un’opera che in realtà da anni teneva, per così dire, nel cassetto.

A questo punto il racconto di Restagno si concentra sulla modella che per quella testa aveva posato, la baldanzosa Dora che, dopo l’abbandono, ritirata a vita devotissim­a, si divideva tra chiesa e casa (dove custodì fino alla fine un tesoretto miliardari­o di quadri dell’antico amante), su Marie Thérèse e Olga che erano venute prima di lei, e su Françoise e Jacqueline che vennero dopo, per ricordare soltanto le più importanti. Una vera e propria biografia di Picasso, in altre parole, narrata attraverso i suoi amori: peraltro regolarmen­te immortalat­i in ritratti che, di volta in volta, rivelano con forza le diverse temperatur­e sentimenta­li del momento. E Restagno, cronista attento dell’epoca e dell’ambiente, con leggerezza e accuratezz­a, spiega, registra, racconta, illustra, per il piacere del lettore.

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Pablo Picasso (1881-1973), Ritratto di Dora Maar o Dora Maar seduta, 1937

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