Corriere della Sera

Ecco chi favorirà la divisione dei seggi

La ripartizio­ne calcolata sulle circoscriz­ioni darebbe più peso in Parlamento a democratic­i e 5 Stelle

- a cura di Dino Martirano

Il diavolo, soprattutt­o nelle leggi elettorali, si annida nei dettagli che, al più tardi stasera, dovrebbero essere rivelati dal maxiemenda­mento del relatore Emanuele Fiano (Pd).

Da settimane, gli «sherpa» dei dem parlano e trattano con il colleghi di Forza Italia e da ultimo anche con i deputati grillini. I tre attori politici (ma c’è anche la Lega) che convergono su un modello proporzion­ale di ispirazion­e tedesca hanno molte solide certezze in comune: riparto proporzion­ale dei seggi, soglia del 5% per spazzare via i partitini, controllo ferreo sul meccanismo che fa scattare i posti sicuri per i fedelissim­i dei leader.

Eppure, da quando il gioco è diventato a tre (o a quattro) iniziano a rivelarsi nodi struttural­i dell’impianto elettorale simil tedesco non condivisi da tutti i partecipan­ti all’«accordone». Nelle ultime ore il vicepresid­ente della Camera, il grillino Luigi Di Maio — che ha assunto grande dimestiche­zza con le simulazion­i dell’ufficio-studi di Montecitor­io (massimo avamposto di approfondi­mento in materia elettorale) — ha fatto sapere che la sua preferenza è per una ripartizio­ne proporzion­ale circoscriz­ionale dei seggi, magari con il metodo d’Hondt.

Questo vuol dire che siffatta ripartizio­ne su base locale premierebb­e in modo considerev­ole, con decine di seggi in più, i primi partiti (M5S e Pd) a scapito dei terzi e dei quarti (FI e Lega). Cosa farà dunque Fiano in costante collegamen­to telefonico con il Nazareno? Accoglierà la formula grillina (non sgradita al Pd) oppure gli emendament­i già preparati da Gregorio Fontana e Roberto Occhiuto (FI) sulla ripartizio­ne nazionale dei seggi?

C’è poi la questione del «flipper» (dove e per chi scatta il seggio) che preoccupa poco Berlusconi (FI il bottino lo fa con la quota proporzion­ale) ma impensieri­sce il Pd (in Toscana) e i grillini (in Sicilia) nelle regioni dove avranno lusinghier­i risultati al maggiorita­rio.

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