Entro due mesi la decisione sul rinvio a giudizio Ma ai pm non è mai arrivata la memoria della sindaca
La chat In aula i legali di Marra vorrebbero usare i contenuti della chat tra Raggi e i fedelissimi
A metà marzo il suo legale aveva annunciato una memoria difensiva «molto strutturata da un punto di vista tecnico per spiegare l’iter delle nomine». Ma fino a ieri nulla è stato consegnato ai magistrati romani. E a questo punto è possibile che Virginia Raggi abbia deciso di attendere senza replicare la decisione del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Francesco Dall’Olio sull’inchiesta che la vede indagata per abuso d’ufficio per due nomine: quella di Renato Marra, il fratello di Raffaele, a responsabile del Turismo del Campidoglio; e quella di Salvatore Romeo a capo della sua segreteria. La scelta sul rinvio a giudizio o proscioglimento è prevista entro la metà di luglio. Ma prima di allora la sindaca entrerà nell’aula della seconda sezione del tribunale per testimoniare al processo dove Raffaele Marra è imputato per corruzione. E l’interrogatorio potrebbe andare ben oltre il caso dei due appartamenti che il costruttore Sergio Scarpellini avrebbe regalato al funzionario del Comune.
Le chat dei 4 amici
Sono stati i legali di Marra, dopo la decisione del collegio di ammettere dieci testimoni che proprio loro avrebbero dovuto indicare, a motivare la necessità di convocare Raggi. Svelando anche il proprio obiettivo. «Non vogliamo fare processi politici», hanno premesso gli avvocati Francesco Scacchi e Fabrizio Merluzzi, ma appare inevitabile che invece si entrerà nel merito di quel che accadeva in Campidoglio quando Marra era vicecapo di gabinetto e poi responsabile del Personale visto che poi hanno chiarito: «Non conosciamo le chat intercettate ma immaginiamo che ci fosse confidenza tra la sindaca e Marra. Vediamo se da queste conversazioni emerge che Marra ha fatto con lei il nome di Scarpellini».
Già quando era a Regina Coeli Marra aveva presentato un’istanza per poter avere la trascrizione dei testi delle sue conversazioni via WhatsApp. In particolare quelli contenuti nella chat «quattro amici al bar» alla quale — oltre a lui e Raggi — partecipavano l’allora vicesindaco Daniele Frongia e Salvatore Romeo. Centinaia e centinaia di messaggi registrati in quello che per mesi è stato il luogo di discussione dei vertici del Comune nell’era dei 5 Stelle. I magistrati hanno invece deciso di restituirgli il telefonino dove quelle conversazioni erano state «salvate». La difesa conosce dunque il contenuto dei colloqui e a questo punto è possibile che voglia renderli pubblici in aula.
Sono state proprio le chat a rivelare i dettagli della procedura che Raggi ha seguito per designare Renato Marra e Salvatore Romeo in incarichi strategici per il Campidoglio, consentendo loro anche di aumentare notevolmente i compensi. Svelando come la sindaca fosse stata informata passo dopo passo dell’iter scelto proprio da Raffaele Marra per occupare i posti chiave. E questo nonostante lei abbia invece sempre sostenuto di aver deciso «in piena autonomia». Posizione che le è costata anche la contestazione di falso oltre a quella di abuso d’ufficio.
La memoria difensiva
Al termine dell’interrogatorio del 2 febbraio scorso — quando si scoprì che Romeo le aveva intestato alcune polizze vita — l’avvocato Alessandro Mancori, difensore di Raggi, annunciò la presentazione di una memoria «entro due settimane». E il 16 marzo scorso spiegò: «Tra 15 giorni sarà consegnato alla Procura il lavoro della difesa che sarà molto strutturato da un punto di vista tecnico per spiegare l’iter delle nomine, allegando dei documenti. Abbiamo sentito come testimoni persone informate sui fatti rispetto a circostanze sulle quali ci siamo difesi il giorno dell’interrogatorio. Indicheremo nella memoria altre persone da sentire se i pubblici ministeri vorranno farlo. Contiamo di chiarire tutto e chiudere questa vicenda». Da allora nulla è però arrivato in Procura.
Essendo trascorsi due mesi è possibile che la difesa abbia scelto di attendere la decisione dei pubblici ministeri senza scoprire le proprie carte. L’intenzione della Procura sembra essere quella di chiudere in un’unica tornata sia il fascicolo in cui è indagata in concorso con Marra, sia quello che la coinvolge insieme con Salvatore Romeo.