Trump, replica dura a Berlino «Ci fa danni, ma tutto cambierà»
Si dimette il direttore della comunicazione. Nuove rivelazioni sul Russiagate
WASHINGTON Donald Trump attacca il governo tedesco su contributi Nato e surplus commerciale, difende il generoconsigliere Jared Kushner, sollecita il Congresso ad accelerare su sanità e tasse. Pensa a nuovi portavoce della Casa Bianca, mentre il direttore della Comunicazione, Michael Dubke si dimette, ufficialmente per «motivi personali».
I cattivi tedeschi
Lo scontro con Angela Merkel sale di tono. Ieri mattina il presidente ha twittato: «Abbiamo un enorme deficit commerciale con la Germania, inoltre (i tedeschi ndr) pagano di gran lunga meno di quanto dovrebbero per la Nato e l’esercito. Molto male per gli Usa. Ma tutto ciò cambierà». Le cifre non baro stano a giustificare tanto astio. Il deficit commerciale con la Germania è pari a 14,6 miliardi di dollari, neanche il 10% sul totale di 177,2 miliardi. La Cina ha il surplus più grande: 78,8 miliardi, ma perfino la piccola Irlanda guadagna 10,7 miliardi di dollari e l’Italia 6,1 miliardi. Sul versante Nato: vero, la Germania investe l’1,2% in spese militari, ma l’obiettivo del 2%, per altro «orientativo», è stato fissato per il 2024. Solo 5 Paesi sono già in regola. In realtà si sta profilando un serio problema politico, anche se il portavoce Sean Spicer prova a circoscrivere lo scontro: «La relazione con Merkel è incredibile».
L’amministrazione Trump considera la cancelliera l’unica figura in grado di ostacolare il nuovo corso: rapporti bilaterali con ogni Stato europeo, apertura alla Russia.
L’ombra di Mosca
Ma è una fase in campo aperto, il presidente è investito da altri sospetti: la Cnn rivela che nel 2016 sarebbero state intercettate conversazioni telefoniche tra funzionari russi e componenti dello staff elettorale di Trump. Un ricatto mascherato, dai contenuti potenzialmente devastanti. I rappresentanti del Cremlino avrebbe- Casa Bianca Donald Trump, 70 anni, cerca un nuovo direttore della Comunicazione dopo le dimissioni di Michael Dubke, ufficialmente «per motivi personali» detto agli interlocutori della Trump Tower: fate attenzione, siamo in possesso di informazioni «compromettenti» su Trump. Fonti dell’«intelligence americana» hanno confidato alla Cnn che i russi «pensavano di poter influenzare la futura amministrazione». Ma gli stessi servizi segreti invitano alla prudenza: «Gli emissari di Mosca potrebbero aver esagerato» per alimentare la disinformazione.
Il «Russiagate», comunque, resta il pericolo numero uno per Trump. Le indagini dell’Fbi si stanno concentrando sugli incontri tra Kushner, l’ambasciatore russo a Washington, Sergei Kislyak, e il banchiere Sergey Gorkov, a capo dell’istituto Vnesheconombank, colpita dalle sanzioni Usa. I contatti sono avvenuti nel dicembre 2016, quando «The Donald» aveva già vinto le elezioni, ma non si era ancora insediato alla Casa Bianca. Trump, ieri, ha fatto sapere di avere «piena fiducia» nel genero-consigliere e ha liquidato la vicenda come «fake news», notizie false, fabbricate dai «media liberal».