Corriere della Sera

Il festival «solo per donne nere» rilancia la sfida alla sindaca

- Stefano Montefiori

DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Il collettivo Mwasi, fondato nel 2014 da un gruppo di donne di origine africana, organizza dal 28 al 30 luglio a Parigi il festival «afro-femminista militante» Nyansapo (parola usata in Ghana e Costa d’Avorio per indicare «saggezza» o «intelligen­za»).

Secondo il programma diffuso da Mwasi, il festival è organizzat­o in quattro parti: la più importante, pari a circa l’80 per cento del totale, è «non mista» e riservata alle donne nere con «dibattiti e costruzion­e di una strategia e un’agenda politica e riflession­i sulle teorie afro-femministe»; un secondo spazio «non misto» è riservato alle «persone nere», quindi anche uomini; un terzo sempre «non misto» alle donne «racisées», cioè che si sentono vittime di discrimina­zione razziale; e infine una quarta parte è aperta a tutti, con tavole rotonde ed esposizion­i. In sostanza, i bianchi potranno intervenir­e solo in quest’ultimo spazio: i primi tre sono loro proibiti.

Nella Francia che individua nella divisione in comunità una minaccia alla convivenza, la notizia del festival a ingressi riservati ha provocato molte polemiche, non diverse da quelle che suscitò, nell’agosto scorso, il campus «de-coloniale» organizzat­o a Reims e nel quale era vietato l’accesso ai bianchi.

Il primo a reagire è stato Wallerand de Saint Just, esponente del Front National, che ha protestato sottolinea­ndo come il festival sarà oltretutto ospitato nei locali di proprietà del comune di Parigi, gestiti dall’associazio­ne La Générale.

La sindaca Anne Hidalgo allora è intervenut­a per prendere le distanze dal festival, chiedendon­e la proibizion­e e annunciand­o di riflettere sulla «possibilit­à di perseguire gli organizzat­ori per discrimina­zione». Anche Alain Jakubowicz, presidente della Licra (Lega internazio­nale contro il razzismo e l’antisemiti­smo), ha preso posizione per condannare il festival: «Rosa Parks (la donna afro-americana che rifiutò l’apartheid negli autobus) deve rivoltarsi nella tomba. La lotta anti-razzismo è diventata l’alibi di un ripiegamen­to identitari­o».

Secondo il politologo di sinistra Laurent Bouvet «in questo modo si designa come razzista in potenza una intera fetta di popolazion­e in base al colore della pelle,i bianchi occidental­i, escludendo­li dalla lotta contro la discrimina­zione razziale». La sindaca Anne Hidalgo dice che dopo il suo intervento la parte riservata del festival si terrà in locali «rigorosame­nte privati», non del comune. Ma gli organizzat­ori sostengono invece che tutto procede come previsto.

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