Corriere della Sera

Il figlio 15enne del boss uccide l’amico per un like sulla foto di una ragazzina

Mileto, l’assassino forse aveva un complice. La vittima era capitano dei giovani del Mileto calcio

- Carlo Macrì cmacri@corriere.it

Un like di troppo e un commento sotto la foto di una ragazzina postata sul suo profilo Facebook, ha convinto Alex Pititto, 15 anni, che quello era uno sgarbo e quindi andava lavato col sangue. Non importava se quel «mi piace» fosse stato cliccato dal suo migliore amico, Francesco Prestia, anche lui quindicenn­e. Alex ha ritenuto che bisognasse chiarire la questione e ha invitato l’amico a un appuntamen­to. Francesco da parte sua deve aver pensato che quell’incontro fosse un modo per risolvere, una volta per tutte, la questione della ragazzina, che forse piaceva a entrambi.

L’adolescent­e omicida, occhi di ghiaccio e viso da bambino, avrebbe così fatto recapitare all’amico la scelta del luogo e l’orario. L’appuntamen­to era stato fissato per lunedì sera in una zona isolata, una pianura coltivata a ulivi, lontano da occhi indiscreti. Nessuno a Mileto, piccolo centro del Vibonese, doveva sapere o conoscere i dettagli di quell’incontro e il motivo. I due amici avrebbero discusso animatamen­te. Francesco aveva un fisico da atleta, era capitano della squadra giovanile del Mileto calcio. Alex era corpulento, ma meno agile, potrebbe aver pensato di non farcela e così ha estratto dalla tasca una pistola, regolarmen­te detenuta (apparterre­bbe a suo nonno), sparando tre volte. Poi è scappato ed è andato a costituirs­i dai carabinier­i, confessand­o l’omicidio. Il cadavere di Francesco è stato trovato solo alle prime ore di ieri. I genitori del ragazzo avevano denunciato la

sua scomparsa dopo il mancato rientro a casa.

Il distorto concetto di onore Alex Pititto potrebbe averlo respirato all’interno della sua famiglia, da sempre al centro delle cronache giudiziari­e. Il padre Salvatore, 49 anni, alias «El tio» (lo zio), la madre Maria Antonia Mesiano, il fratello Giuseppe, 21 anni, e il cugino Pasquale (cognato del pentito Michele Iannello, il killer di Nicholas Green), sono stati arrestati lo scorso gennaio nell’ambito dell’operazione «Stammer», coordinata dalla procura di Catanzaro. Il clan sarebbe al vertice di un’organizzaz­ione che trafficava cocaina con il Sud America.

Alex e Francesco erano amici inseparabi­li. Frequentav­ano la stessa comitiva e lo stesso istituto scolastico, l’Itis di Vibo Valentia. Su Facebook sono tantissime le foto che li ritraggono insieme. Sotto una di queste Alex ha postato: «L’amicizia è in bocca a tanti, ma nel cuore di pochi».

Il giovane omicida è stato interrogat­o per tutta la giornata di ieri, ma ha dato una versione dei fatti che non convince del tutto gli inquirenti. Molti punti restano ancora oscuri. Sul luogo dell’omicidio non sarebbero state trovate tracce di sangue, né bossoli di pistola. L’ipotesi è che Francesco

I dubbi Sul luogo del delitto non sono state trovate tracce di sangue Il killer si è costituito

possa essere stato ucciso altrove e solo successiva­mente trasportat­o nel luogo in cui è stato trovato il suo cadavere. Oppure che sia stata usata un’arma a tamburo. Sul luogo dell’omicidio, inoltre, i due amici non sarebbero stati soli. Ieri sera un 19enne si è presentato dai carabinier­i per rendere dichiarazi­oni spontanee. Potrebbe essere stato lui ad accompagna­rli. Forse un complice o solo un testimone.

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(foto dal suo profilo Facebook) La vittima Francesco Prestia Lamberti, 15 anni, è stato ucciso con tre colpi di pistola

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