Scappa dalla famiglia adottiva «Avevo nostalgia dei miei genitori»
Siracusa, la ragazzina in fuga per una notte. Indagini per sottrazione di minore
le darò un bacio», ha detto il padre della ragazzina quando gli hanno comunicato che era stata trovata sana e salva. Era la prima volta che succedeva una cosa così. «Non aveva mai manifestato intenzioni simili. Abbiamo subito valutato l’ipotesi che fosse andata dai genitori naturali. La polizia ha lavorato bene facendo tutto ciò che era possibile fare».
La squadra mobile di Siracusa ha fatto i collegamenti giusti. L’ipotesi di reato, ora, è sottrazione consensuale di minore. È abbastanza inverosimile, infatti, che la tredicenne abbia fatto tutto da sola, senza l’aiuto di un adulto, quanto meno della persona che l’ha accompagnata in auto da Siracusa a Paternò. Lei ha raccontato di aver chiesto in lacrime a una sconosciuta se poteva riaccompagnarla a casa perché si era persa. Una versione poco plausibile. Mentre pare che la ragazzina non abbia mai smesso, in questi quattro anni, di avere contatti con la famiglia biologica, da cui sarebbe voluta tornare l’altro ieri. «Avevo nostalgia di loro», ha spiegato.
«Questo caso pone all’attenzione del legislatore una valutazione sull’ingresso nel nostro Paese di istituti come l’adozione aperta, quella che mantiene i legami con la famiglia di origine. Oggi questa fattispecie è mascherata dietro l’affido sine die», spiega Grazia Cesaro, presidente della Camera Minorile di Milano. Però aggiunge che al primo posto va sempre messo l’interesse del bambino. «Significa che non è sufficiente che un figlio adottivo abbia nostalgia dei genitori biologici per farglieli vedere: questa soluzione deve essere davvero lo strumento migliore per garantirgli una crescita equilibrata».
I compagni di classe della