Grazie alle poltroncine il figlio ha fatto il primo bagno. Gli stabilimenti spesso le nascondono
perché, eleganti, se ne erano già andate.
Oltre al bicchiere di bollicine, hanno offerto un riscontro istantaneo, esterno e oggettivo, di quanto sia coinvolgente la narrazione che ogni giorno, silenziosi, papà e mamma trasmettono a chi li osserva: un uomo di 80 anni, pacatamente, regge il calice alla moglie che ringrazia con lo sguardo.
Chi si occupa di un disabile vive costantemente in una dimensione dove i gesti più semplici acquistano un rilievo enorme. Riuscire a bere un aperitivo, è una gioia la cui portata viene intuita dagli osservatori attenti. Per i disabili e i loro familiari la routine è anche godere di gesti minuscoli.
Oggi, in tarda mattinata, mia sorella e io abbiamo portato in spiaggia la mamma dopo varie ore dedicate ad attività che nella normalità vengono espletate in qualche quarto d’ora: fare colazione e vestirsi.
Mentre trasferivo la mamma sul lettino, si avvicina il bagnino
Considerazioni di una bisnonna sullo stato del mondo: «Ma non possono fare niente, qualcuno che comandi e che dica adesso basta? Muore gente tutti i momenti, quando meno lo pensi e in che modo. Saltati in aria, poveri innocenti. Veramente c’è un modo di vivere male in tutto il mondo. È vero? Sempre peggio, mamma mia, c’è da aver paura e non si può fare niente. E quei sette capoccioni che si sono riuniti a Taormina, se non possono fare niente neanche loro vuol dire che proprio non c’è niente da fare, nessuno da avere il potere di dire basta. Così non finisce, dappertutto dappertutto, e quanti bambini senza motivo, quanti bambini. Cosa dobbiamo fare? Siamo qua ad aspettare».