Corriere della Sera

«Noi, i custodi del verde» A Milano aumentano del 350% i privati che adottano le aiuole e a Roma crescono decine di alberi con dedica alla persona che si ama

- Maria Rosaria Spadaccino

Insieme La maestra Silvia Cicinelli con alcuni alunni che le hanno dedicato un albero

Non fanno mica solo ombra gli alberi di Porta Portese. Non si limitano con il loro verde ad addolcire l’asfalto e rendere più sopportabi­li i palazzoni (non bellissimi) degli anni 60. Qui le essenze raccontano storie d’amore e amicizia. Una frase, una dedica, una targa ricordo, perché anche se qualcuno non c’è più l’albero è vivo e continua a crescere. E la targa sale in alto con le fronde.

«To my love Antonella», c’è scritto su un acero campestre a largo Toja. È la dedica di Marco marito innamorato, che invece di comprare una borsa, ha scelto di regalare alla donna della sua vita un albero. E lei, l’amata, ogni mattina passa a guardare il giovane arbusto, lo innaffia, l’accarezza. Quell’albero è suo e di tutti. Come altre 52 essenze piantate nel quartiere grazie al sogno (realizzato) dell’edicolante di zona Mauro Silenzi e alla caparbietà dei cittadini del comitato «La voce di Porta Portese».

Un lavoro certosino iniziato nel 2012 che si è concluso qualche giorno fa, con la festa delle targhe sugli alberi. I cittadini hanno comprato gli alberi da soli o in gruppi, secondo le possibilit­à (100 euro a pianta), poi piantati con l’aiuto del servizio giardini del Comune.

Anche a Milano sempre più cittadini stanno optando per il verde «fai da te». Il dato è emerso in un convegno a palazzo Marino dal titolo «Pubblico e privato per una Milano più bella e verde». La sperimenta­zione è partita nel 2015 con 100 accordi siglati che ora sono saliti a 451, con un aumento del 350%. «Di nuovi sponsor c’è sempre bisogno — spiega il sindaco, Giuseppe Sala — la nostra idea è di aiutare i privati semplifica­ndo le procedure. A volte c’è disponibil­ità di imprese, condomini e cittadini a prendersi cura del verde, ma si arrendono di fronte a procedure troppo farraginos­e».

Non si sono mai arresi invece a Porta Portese a Roma: i militanti del verde hanno attraversa­to il cambio di due amministra­zioni comunali tenendo ferma la barra del loro sogno. «Abbiamo continuato la raccolta dei soldi per l’acquisto degli alberi organizzan­do eventi di ogni tipo — racconta Mauro Silenzi —. Abbiamo sempre tenuto rapporti continui con le istituzion­i per tutti i passaggi necessari, i cambi hanno solo rallentato il progetto che con gli anni è cresciuto». Le essenze dovevano essere 25, invece ne sono state piantate 52. «Finora, ma vogliamo continuare».

Effettivam­ente gli alberelli pieni di vita con la dedica riempiono buche vuote, sostituisc­ono alberi morti, caduti o abbattuti dalle manovre dei camion del mercato domenicale, danno il senso del decoro ritrovato. Restituisc­ono un senso di cittadinan­za.

A via Rolli c’è l’albero dedicato Il gesto Antonella Santi e la pianta dedicata L’iniziativa Un albero simbolico e l’invito ad adottarne uno vero a Roma Edicolante Mauro Silenzi è l’ideatore dell’iniziativa A Pippo Antonia Danelli ha dedicato l’albero al gatto «A Sergio e Leo», che sono, anzi erano, un uomo e il suo compagno preferito: un cagnone che non lo abbandonav­a mai. Una mattina Sergio non si è svegliato, non ha portato Leo in piazza a passeggiar­e come sempre, a giocare con i cani del quartiere. Leo ha abbaiato per due giorni di seguito, finché qualcuno finalmente lo ha sentito. Gli amici di Sergio e Leo gli hanno dedicato un acero campestre, piantato proprio dove si sedevano ogni giorno.

«È un gesto profondo dal grande significat­o», così l’insegnante Silvia Cicinelli, della scuola elementare Cesana, commenta i due alberi regalati alle maestre dagli alunni della VA e della VB. «Quest’anno dopo gli esami ci saluteremo, ma saremo legati per sempre da quelle fronde».

L’albero dedicato da Antonia a micio Pippo non è verde come gli altri, forse le radici non hanno preso bene, forse qualcuno che non ama gli alberi ha versato acqua con il detersivo. «Ma io continuo ogni giorno a bagnarlo e a coccolarlo», spiega speranzosa. Pippo era il gatto dei suoi genitori, il pegno d’amore tra di loro. «Dal servizio giardini ci dicono come intervenir­e con gli alberi in difficoltà — racconta Mauro —. La cura è a nostro carico, quindi continuiam­o il nostro lavoro ogni giorno. Mica basta piantarli gli alberi».

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