Tornerà. Speriamo non in politica
Caro Aldo, mi riferisco alla polemica tra «Striscia la notizia» e Flavio Insinna. Nell’intervista al Corriere, il conduttore tv afferma che dopo un suo intervento su un altro programma tv in cui — a mio parere — ha abbondato in discorsi enfatici e piuttosto retorici, ha ricevuto da quasi tutti i partiti politici caldi inviti a candidarsi. Che strano fenomeno di costume: sembra che da noi sia sufficiente una certa dose di passionalità per ritenere che un personaggio sia in grado di fare politica. Il suo esercizio dovrebbe essere solo prerogativa di personalità competenti, serie e preparate. Giorgio Tescari,
Milano Caro Giorgio, vedrà quante candidature anomale porterà questo brutto ritorno del proporzionale. Il discorso di Flavio Insinna sulla necessità di un «Paese gentile» non era male; purtroppo è stato clamorosamente contraddetto dai fuorionda trasmessi da Antonio Ricci. Prendersela con «Striscia» è inutile: non guarda in faccia a nessuno, fa il suo mestiere, e se lo fa da 29 anni vuol dire che lo sa fare. Insinna è un essere umano, e come tale sbaglia. Ha riconosciuto il suo errore. Non per giustificare, ma per capire il suo comportamento, non è inutile ricordare quanto possa essere terribile lo stress di condurre ogni giorno un programma di prima serata. È vero, nessuno lo costringe; ma non è un personaggio privo di talento, come dimostrò ad esempio interpretando don Pietro Pappagallo nella fiction Rai «La buona battaglia». Tornerà sulla scena pubblica; speriamo non in politica.
LICEI
«Un’ora di musica in più» Una novità sta per colpire negativamente la Scuola: dal prossimo anno i Licei musicali avranno un’ora in meno di strumento alla settimana nel primo biennio. Avremo così un ennesimo «passo indietro» in un settore che avrebbe bisogno di più attenzione. Il citato provvedimento è un «furto culturale» a danno della scuola e anche di una futura professione in un mondo sempre più avaro di sbocchi lavorativi. Marisa Tizzani Gassino Torinese Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579
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Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere
Caro Cazzullo,
sogno che il 3 giugno venga eseguito a Cardiff l’Inno alla Gioia all’inizio della finale di Champions League tra la Juventus e il Real Madrid. Sogno anche che venga osservato un minuto di silenzio in ricordo della parlamentare inglese Jo Cox, morta lo scorso anno mentre si batteva a favore della permanenza della Gran Bretagna nella Ue.
Caro Bernabei,
JRoma
o Cox venne accoltellata a morte il 16 giugno 2016 da un estremista al grido «Britain first». L’assassino infierì sul cadavere prendendolo a calci. Jo Cox era una deputata, ma non faceva parte della casta. Non aveva ristrutturato la casa di campagna con i soldi pubblici, come molti colleghi di Westminster. Viveva in una casa galleggiante sul Tamigi. Doveva essere un tipo eccentrico ma simpatico. Si batteva contro la Brexit, per consentire ai giovani italiani, spagnoli, polacchi, francesi di andare ancora a Londra per studiare e lavorare. Il suo sacrificio non ha cambiato l’esito del referendum, ma ha contribuito a salvare l’anima dell’Europa; e l’Europa ha molto bisogno di un’anima.
Gli antieuropeisti di casa nostra che hanno gioito per la vittoria del Leave non hanno la vista lunga. Certo per l’Europa l’addio degli inglesi (gli scozzesi vorrebbero rimanere, anche se sarà dura) è stato un brutto colpo. Ma in fondo Londra aveva sempre frenato l’unificazione europea. Senza il Regno Unito, e con un presidente americano palesemente ostile all’unificazione, l’Europa non si trova certo nelle condizioni migliori; ma può avere quello scatto senza il quale languirebbe nella banalità burocratica. Sta a noi impedire che l’eurozona diventi un’area di espansione della Germania, che ha creato attorno a sé una corona di Paesi satelliti, che riforniscono l’industria tedesca di semilavorati a basso costo e montano la guardia ai suoi interessi commerciali e finanziari.
La vittoria di Macron, che nella notte del Louvre ha fatto suonare l’Inno alla Gioia prima della Marsigliese, è stata un passo avanti significativo, anche se frutto di una formidabile serie di colpi di fortuna. Ora sarebbe un bel segnale se le stesse note – composte com’è noto da un tedesco – risuonassero a Cardiff, accanto alla bandiera europea. Sventolata per la prima volta in un’Olimpiade da una donna italiana: Elisa Di Francisca.