I PROGETTI AMBIGUI DEI PARTITI
PARTITI
Nelle ultime settimane la Borsa di Milano è stata la più debole in Europa. Il motivo è semplice: con l’accordo sulla legge elettorale e il conseguente possibile avvicinarsi delle elezioni è aumentata la percezione dell’incertezza politica e questa preoccupa gli investitori. Alcuni riducono l’esposizione all’Italia vendendo azioni e titoli di Stato, ad esempio i Btp, molti vendono a termine, cioè a scadenza, scommettendo su un’ulteriore caduta dei prezzi di Borsa durante l’estate.
C’è qualcosa che i partiti possono fare per evitarci di trascorrere i prossimi mesi nell’ansia di ciò che accadrà ai nostri risparmi?
Che il risultato delle elezioni sia incerto è un fatto. Le leggi elettorali possono attenuare l’instabilità, ma sull’incertezza relativa ai risultati delle elezioni non si può far nulla perché, per fortuna, viviamo in una democrazia.
C’è però una seconda causa di incertezza. È legata a ciò che farà chi vincerà le elezioni. Qui invece qualcosa, anzi molto, i partiti possono fare e se lo facessero contribuirebbero a ridurre l’incertezza.
Alcuni, Lega e Movimento 5 Stelle, sono ambigui su uno dei temi fondamentali della prossima campagna elettorale: il nostro rapporto con l’Europa. Talvolta dicono che se vincessero promuoverebbero un referendum consultivo sull’euro, altre volte (immagino preoccupati di perderlo anche dopo aver vinto le elezioni) sono più vaghi.
BSEGUE DALLA PRIMA
erlusconi cerca di evitare il problema proponendo la doppia circolazione, euro e lire insieme, sull’esempio delle Am-lire che circolavano in Italia dopo la Seconda guerra mondiale. Omette però di spiegare che quella moneta era stampata dagli americani, quindi non aumentava il nostro debito pubblico, come invece farebbero delle Am-lire dei giorni nostri. Su queste posizioni non so che cosa si possa fare per ridurre l’incertezza: temo nulla perché ho l’impressione che neppure chi le propone abbia chiaro il percorso che vuole seguire.
Altri non mettono in discussione l’euro. Su questo punto il Partito democratico è chiaro. Potrebbe però fare di più per ridurre l’incertezza. Ad esempio, il primo provvedimento che attende il nuovo governo sarà la legge di Stabilità, cioè come trovare 20 miliardi, quanti saranno necessari per correggere i conti e cominciare a far scendere il debito. Che farebbe il Pd se vincesse? Dove pensa di trovarli? Aumentando le tasse o riducendo le spese, e in questo caso quali spese? Lo so che è un tema che potrebbe far perdere voti, ma anche la caduta della Borsa dovuta all’incertezza fa perdere voti.
Prospettiva I mercati, come i cittadini, hanno bisogno di qualche punto fermo
Un modello c’è ed è il metodo Macron. Durante la campagna elettorale il nuovo presidente francese aveva tre punti fermi: l’euro non si discute, i conti pubblici francesi saranno corretti, le regole dell’eurozona devono essere cambiate. Su quest’ultimo punto in Francia e Germania già si discute e sarebbe bene che i partiti italiani a questa discussione partecipassero. (Per una sintesi delle proposte in campo si veda un libretto che ho curato con Agnès Bénassy-Quéré e altri economisti europei, «Europe’s Political Spring» uscito ieri sul sito vox-eu).
Insomma, nonostante le elezioni incombenti è possibile ridurre l’incertezza connaturata al voto. Indicare pochi ma chiari punti fermi farebbe bene ai mercati, ai nostri risparmi e potrebbe anche far guadagnare qualche voto.