Corriere della Sera

L’INTERVENTO

IL FUTURO DELLA UE

- Di George Soros

Oggi l’Unione Europea ha bisogno sia di salvarsi che di reinventar­si radicalmen­te. La precedenza spetta alla salvezza, perché l’Europa in questo momento versa in grave pericolo esistenzia­le. Ma non meno essenziale è il compito di rilanciare il sostegno di cui godeva il progetto europeo in passato.

Il pericolo esistenzia­le che minaccia l’Unione europea è in parte esterno. L’Unione è circondata da potenze ostili a tutto ciò che essa rappresent­a: la Russia di Vladimir Putin, la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, l’Egitto di Abdel Fattah el-Sisi, e quell’America che Donald Trump si propone di creare con tutte le sue forze. Le tendenze autoritari­e di questi capi di Stato sono in linea con i partiti anti-liberali che oggi sono al potere in Polonia e Ungheria, oppure in crescita in altri paesi membri.

Ma la minaccia viene anche dal suo interno. L’Unione europea è governata da trattati che, in seguito alla crisi finanziari­a del 2008, si sono rivelati in larga misura superati. L’eurozona in particolar­e si sta rivelando l’esatto opposto delle intenzioni originarie. E a seguito della crisi finanziari­a del 2008, la zona euro si è trasformat­a in una organizzaz­ione in cui gli stati creditori hanno dettato i termini ai paesi debitori che non riuscivano a rispettare i propri impegni. Nell’imporre l’austerità, i creditori hanno reso praticamen­te impossibil­e ai debitori di ripianare le loro passività.

Per questo occorre reinventar­e radicalmen­te l’Unione europea. L’approccio dall’alto verso il basso, che Jean Monnet utilizzò negli anni Cinquanta per lanciare l’integrazio­ne europea, portò avanti questo processo per molto tempo, per poi gonfiarsi. Ora l’Europa ha bisogno di uno sforzo collaborat­ivo capace di abbinare il sistema «dall’alto verso il basso» delle sue istituzion­i alle iniziative «dal basso verso l’alto», necessarie per ridare entusiasmo agli elettori. .

Prendiamo ad esempio la Brexit, che farà certamente danni incalcolab­ili da entrambe le parti. Occorre innanzitut­to riconoscer­e, in seno all’Unione, che la Brexit è il primo passo verso la disintegra­zione dell’Europa, e pertanto una proposta che vede tutti perdenti. Al contrario, rendere Con la bandiera Ue Una recente protesta a Budapest contro la riforma dell’istruzione

di nu0vo interessan­te il progetto europeo potrebbe infondere nei cittadini, specie ai giovani, la speranza di un futuro migliore.

Il mancato chiariment­o del rapporto tra l’euro e l’Unione europea riflette un difetto di ben altra portata: l’idea che i vari stati membri possano muoversi a diverse velocità, ma sempre verso un’unica destinazio­ne finale. Tuttavia, un numero crescente di elettori si oppone all’idea di «un’unione sempre più stretta» e la respinge con forza.Sarebbe meglio abbandonar­e questo progetto e sostituire un’Europa «a più velocità» con un’Europa «a più corsie», che consenta agli stati membri di effettuare una più ampia gamma di scelte democratic­he. Una mossa, questa, che avrebbe un effetto positivo di vasta portata.

Sono fermamente convinto dell’importanza di questo impeto collettivo. Già si avvertivan­o i primi segnali di un cambiament­o positivo con la secca sconfitta del nazionalis­ta Geert Wilders nelle elezioni politiche in Olanda. E con Macron mi sento molto più fiducioso. Il rilancio a favore dell’Europa potrebbe rivelarsi forte abbastanza da

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