Corriere della Sera

«È come il bar a me piace perché c’è reciprocit­à»

- E. Teb.

«Personalme­nte lo uso come in genere si usa il bar con gli amici». Gaetano Cappelli, 63 anni, scrittore (il suo ultimo libro è Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo, uscito per Marsilio nel 2016), con Facebook ha una frequentaz­ione costante.

E cosa si fa al bar (virtuale) con gli amici?

«Quando per esempio finisco di scrivere e magari non ho voglia di uscire mi faccio una chiacchier­a virtuale sull’argomento del giorno. Mi capita di pubblicare recensioni dei libri che ho letto. In generale mi piace intervenir­e sulle bacheche degli altri e che loro scrivano sulla mia».

Perché?

«La reciprocit­à per me è un aspetto fondamenta­le, per questo preferisco Facebook a

Romanziere Gaetano Cappelli è nato a Potenza nel 1954. Nel 1988 ha pubblicato il suo primo romanzo

Twitter. Tra i miei amici voglio persone che partecipin­o: che ci sia un feedback. Ne ho cinquemila, il massimo possibile per un profilo privato, e ogni tanto li controllo. Facebook ha una funzione che permette di vedere i rapporti che hai avuto con le singole persone: se non scrivono sulla mia bacheca le cancello e faccio spazio alle nuove richieste».

Perché secondo lei Facebook piace di più agli adulti che ai giovanissi­mi?

«Per la possibilit­à che dà di poter scrivere testi anche lunghi. Ma soprattutt­o per la dimensione nostalgica: è nato in riferiment­o agli album scolastici e universita­ri. La cosa tipica è andare a cercare i compagni di liceo: vedere come sono diventati. Io pubblico spesso foto di quegli anni. Si ritrovano facce che magari si erano perse di vista per trent’anni».

A lei è successo?

«Sì, ma solo online, poi non li ho mai rivisti di persona».

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