«Anche riparare biciclette può diventare un business»
«Sentirsi morire dentro non fa per me», dice Alessio Mulas, 33 anni. Licenziato nel dicembre 2015 da un negozio di biciclette dove lavorava da 8 anni, si è messo subito a caccia di un posto dove avviare un’attività in proprio. Di bici, naturalmente. Ma più che di quelle nuove, di riparazioni. Di accessori, di ricambi. Anche di noleggio. E lo scorso giugno, a Tavarnelle, provincia di Firenze, in pieno centro, ha aperto il suo «Ciuchino Bike Shop»: 60 metri quadri. «Era uno spazio non utilizzato da anni — dice —. L’ho ristrutturato lavorando sodo per due mesi insieme a mio padre e a un amico. E per comprare il tornio, la fresa, il trapano a colonna e gli attrezzi vari, ho usato tutta la liquidazione più un po’ di risparmi dei miei genitori. Questa bottega è una scommessa su me stesso. Non posso permettermi di star disoccupato: ho due bambini piccoli».
A 12 anni è scattato
l’interesse per i motorini, anche perché il suo amico Alessandro, 15 anni, girava con lo scooter. «Mi ingegnavo per migliorarne le prestazioni. Era quel genere di lavori lì che volevo fare da grande. Poi, con la scuola andava tutto storto: le superiori non le ho finite. Sui banchi, mi annoiavo a morte». Dai 17 ai 23 Alessio ha lavorato nella ristorazione: prima in sala, poi in cucina. In due agriturismi nella zona del Chianti. «Sì, guadagnavo discretamente e quando sono passato a far il cuoco mi piaceva poter tirar fuori una certa creatività. Inventare nella meccanica, però, è tutta un’altra storia». Un anno fa è stato capace di ricostruire ex novo il pezzo di una ruota di una bici. «L’originale, una Haibike, bisognava ordinarlo in Germania — racconta —. Il cliente che era venuto da me, aveva voluto fare un tentativo. Io l’ho spuntata. Assemblare pezzi di bici è diventato una vocazione. E restaurare quelle vecchie o di poco valore è meglio che tagliare per primo un traguardo». «L’Eroica», d’altra parte, è nata nelle colline del Chianti: è la manifestazione cicloturistica (ormai di richiamo internazionale) a cui si può partecipare solo con bici d’epoca. Quelle dei tempi di Bartali, Coppi, Binda per intenderci. Oggi, Alessio punta sul made in Italy: sulle Olmo e sulle Lombardo ad esempio.