Cambio-caos in Venezuela Il bolivar crolla del 64%
Protesta contro l’acquisto dei bond da parte di Goldman Sachs
Le proteste contro il presidente Nicolas Maduro vanno avanti ormai da due mesi, gli scontri pure. Ma le implicazioni in Venezuela sono anche (da tempo) di carattere economico: i prezzi dei beni di prima necessità sono ormai alle stelle tant’è che le disastrose previsioni del Fondo monetario sull’inflazione al 2000% nel corso del 2018, potrebbero già diventare realtà a partire da quest’anno.
E ieri, al puzzle di un collasso annunciato da più parti, si è aggiunto un altro tassello: il cambio con il dollaro del bolivar, la moneta locale venezuelana è crollato del 64% dopo un’asta pubblica della valuta americana. Il governo infatti, che ha ormai un consenso ai minimi termini, ha introdotto da pochi giorni un ennesimo sistema di cambio (in Venezuela ne esistono tre, oltre al mercato nero) con un’asta pubblica. Perchè lo fa? Per limitare le vendite tra privati di dollari americani e sconfessare il mercato nero dove ieri un dollaro veniva scambiato a 6.100 bolivar. «Il Venezuela è un paese che non ha più dollari — spiega Antonella Mori, esperta di America latina dell’Ispi e professoressa della Bocconi — ma le aziende ne hanno bisogno per l’importazione e la loro normale attività produttiva». La spirale è dietro l’angolo ma Maduro cerca di governare la svalutazione della moneta locale senza il collasso. «Con queste aste - aggiunge Mori - lo stato pilota delle continue e graduali svalutazioni senza delegittimare se stesso».
Con l’inflazione alle stelle e una valuta che perde continuamente potere d’acquisto, i venezuelani inoltre hanno cominciato a comprare dollari. Unica moneta con cui, tra l’altro, riescono a reperire beni di prima necessità in Colombia. In questo caos non è sfuggita l’operazione fatta qualche giorno fa da Goldman Sachs che ha comprato 2,8 miliardi di bond venezuelani a prezzi Proteste di piazza a Caracas. Goldman Sachs ha comprato 2,8 miliardi di bond venezuelani a prezzi stracciati stracciati. Una mossa, quella della banca d’affari americana, contro cui hanno protestato a New York alcuni manifestanti e che è stata interpretata come un assist al governo Maduro, nonostante gli svariati appelli dell’opposizione a non trattare con chi si è reso colpevole di violazioni dei diritti umani.