Shakespeare, la versione pop di Ostermeier
Il male possiede una forza oggettiva, attrattiva, seducente e fatale, lo racconta Shakespeare nel Riccardo III, il deforme che affascina con la parola.
È con la parola che fa ruotare la macchina di prevaricazioni, complicità, vendette, tradimenti e usurpazioni e trasforma i lutti in nozze, gli odi in amori: una genesi di sangue e un requiem di sangue. E lo racconta in modo mirabile il Richard III che il regista Thomas Ostermeier porta in scena (dal 21 all’Odeon, Parigi) in uno spettacolo raffinatamente bagnato nel nostro pop, nudità, musica rock, rapping, un microfono oscillante al centro del palco. Tutto ruota intorno a Richard e alla sua atroce corsa, i personaggi femminili sembrano quasi solo dare la battuta, impulso narrativo alla feroce performance del re.
Richard, volgare e volitivo, il bravissimo Lars Eidinger, è repulsivo e attrattivo, questo il fulcro della bella, coerente lettura registica, seduttivo nella sua smania narcisistica, terrifico nella crudeltà. Finirà come un maiale impiccato ad un gancio nel cielo del teatro dopo una notte dove la guerra è solo nel suo animo.
La genialità di Shakespeare rende pensabile l’impensabile e Ostermeier lo rende visibile in uno spettacolo dal forte segno, affascinate e aspro.