Corriere della Sera

Rossi: «Ho ancora dolore Ma farò di tutto per correre»

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È come se Golden State Warriors-Cleveland Cavaliers, finale Nba numero 71 al via nella notte italiana proprio mentre si apprende che Danilo Gallinari è uscito dal contratto con Denver per diventare free agent, voglia agganciars­i all’epica del pugilato e al ricordo dei match tra Frazier e Ali o tra Griffith e Benvenuti.

Storie di trilogie. E di spareggi. Anche questo sarà un terzo atto: nel 2015 vinsero i Warriors, l’anno scorso i Cavs. E sarà una bella con i crismi dell’inedito perché, a differenza degli altri sport profession­istici, per la prima volta il basket celebra «The Finals» con lo stesso cast da tre anni in qua. Pregio o difetto? Secondo noi un pregio che certifica la qualità raggiunta dalla lega, sia perché definisce il perimetro delle squadre più forti sia perché, pur non escludendo il fattore sorpresa, costringe gli outsider al salto di qualità. «E poi noi siamo diventati rivali per l’eternità» sottolinea LeBron James, riassumend­o il senso della supersfida.

LBJ, che ha appena tolto a Michael Jordan il record di punti nei playoff, è il primo volto di riferiment­o della finale. Il 2016 è stato l’anno che ha convertito la sua immagine di campione capace di vincere altrove, ma non nella terra natia, nell’eroe che completa se stesso e un romanzo sportivo regalando gloria pure alla sua città (fin lì perdente per definizion­e). Il 2017, invece, lo mette nei panni non del cacciatore ma del cacciato. Declinata come Warriors-Cavaliers a causa delle gerarchie della stagione regolare, la sfida delle stelle andrebbe letta al contrario. La forza propulsiva della finale, infatti, sembra nascere da Golden State, ancora furiosa per il suicidio di 12 mesi fa — da 3-1 a 3-4 — e risoluta a rifarsi. Promessa di Stephen Curry: «Pare che i Cavs fin qui si siano divertiti: ora sta a noi far finire il divertimen­to». In realtà si sono divertiti di più loro, i Warriors che arrivano alla finale senza sconfitte a differenza di Cleveland che ha perso In dubbio Valentino Rossi resta in dubbio per il Mugello (Epa)

«Farò di tutto per essere in pista domenica al Mugello». Valentino Rossi torna a parlare dopo l’incidente di giovedì scorso per rassicurar­e sullo stato di salute: «Il dolore all’addome e al petto resta forte — fa sapere —, ma la mia condizione migliora di giorno in giorno e questo mi rende ottimista. Se giovedì (oggi, ndr) avrò l’ok, venerdì sarò in pista per capire le mie condizioni».

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