Corriere della Sera

Una donna in Ferrari vuole vincere a Le Mans

Nielsen alla 24 ore. «Io l’unica? Non ci penso»

- Daniele Sparisci

Balzan e l’americano Bret Curtis) schierati in 60 macchine che gareggiano in quattro diverse categorie.

Fra i primi della classe c’è la Toyota che deve cancellare l’atroce finale dell’anno scorso, quando a 5 minuti dal traguardo dopo essere stata sempre in testa ha consegnato il successo alla Porsche. C’è Rubens Barrichell­o insieme a una nutrita pattuglia di ex F1 (da Fisichella a Buemi fino al poleman Kobayashi), c’è l’ex portiere della Nazionale francese Fabien Barthez che non gioca più ma guida forte. E ancora miliardari russi in cerca di brividi, figli d’arte cresciuti all’ombra dei padri, come Nicolas Prost. Dodici italiani al via, lo start lo dà il presidente della Formula 1 Chase Carey a suggellare l’unione di due mondi.

Infine c’è lei, Christina. Danese di 25 anni trapiantat­a a Los Angeles, ha ereditato la passione delle competizio­ni dal papà che la 24 ore l’ha corsa. Racconta di aver provato emozioni uniche dopo essere salita su un kart da bambina: «Adrenalina pura, mi sembrava di aver già capito cosa avrei fatto nella vita. Non è che se uno nasce femmina non deve inseguire i propri desideri. Sono testarda e se mi metto in testa una cosa non cambio idea». Sembrava una delle tante meteore, e invece ha smentito i gufi conquistan­do nel 2016 un importante campionato di endurance Campioness­a Christina Nielsen, 25 anni, ha vinto un campionato di endurance negli Usa negli Stati Uniti ed entrando così in quel ristretto circolo di donne vincenti nel motorsport. Corteggiat­a da tifosi e sponsor, si è preparata per fare bene anche dall’altra parte dell’oceano. È alla sua seconda 24 ore, sempre con una Ferrari, la 488 Gte del team Scuderia Corsa. Sogna una vittoria di classe — gareggia nella categoria GteAm, quella d’ingresso —, impresa centrata finora da altre dieci ragazze dal 1930 a oggi, fra le quali la regina dei rally Michèle Mouton, una delle ultime a riuscirci più di quarant’anni fa. Tradita dall’emozione (e dalla pressione) Christina in qualifica ha danneggiat­o la Rossa n° 65 con un passaggio violento su un cordolo. Parte dal fondo, ma in una gara lunga un giorno non è un grave problema. Con Balzan, pilota di lunga esperienza che le ha fatto da tutor in America, fanno coppia fissa. Sportivame­nte parlando. Ma l’idolo ce l’ha in casa: Tom Kristensen, «Mister Le Mans», il danese più famoso del mondo con nove centri nella endurance. Una leggenda, «mi ispiro a lui». Poi al di fuori dei motori cita anche David Beckham, campione dentro e fuori dal campo. Nel mondo di Christina ci starebbe anche una laurea in marketing da raggiunger­e, ma ora conta solo la bandiera a scacchi. Quella francese profuma di storia.

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