Il Vaticano pensa alla scomunica per la corruzione
Il Vaticano sta studiando la possibilità di estendere la scomunica anche alla corruzione. Una richiesta scaturita dal gruppo di lavoro riunito per il «Dibattito internazionale sulla corruzione». La Santa Sede ha convenuto sulla «necessità di approfondire la questione».
Per ora è materia di studio, ma è uno studio da approfondire in Vaticano e messo nero su bianco in una nota della Santa Sede: prevedere, come per i mafiosi, la scomunica dei corrotti.
Il nuovo dicastero per lo «Sviluppo umano integrale», voluto da papa Francesco e guidato dal cardinale Peter Turkson, ha promosso questa settimana il primo «Dibattito internazionale sulla corruzione» con magistrati antimafia e anticorruzione, vescovi, personalità istituzionali di vari Stati e delle Nazioni unite, responsabili di movimenti, vittime, giornalisti, intellettuali, ambasciatori. Il gruppo interno che lavora sul tema «sta provvedendo all’elaborazione di un testo condiviso che guiderà i lavori successivi e le future iniziative». E tra queste, informa il dicastero vaticano, «si segnala al momento la necessità di approfondire, a livello internazionale e di dottrina giuridica della Chiesa, la questione relativa alla scomunica per corruzione e associazione mafiosa».
Si tratta di vedere, nel caso, come tradurre tutto questo in norme canoniche. Rispetto alla mafia, del resto, Francesco era già stato chiarissimo: «Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono sco-mu-ni-cati», aveva sillabato tre anni fa nella Piana di Sibari, in Calabria, davanti a duecentocinquantamila persone. Quanto ai corrotti, Francesco ha spiegato più volte come la loro condizione sia assai peggiore di quella dei peccatori: «Un peccatore può chiedere perdono, un corrotto dimentica di chiederlo», spiegava nell’introduzione al libro «Corrosione» del cardinale Turkson, anticipata dal Corriere. La corruzione «nasce da un cuore corrotto ed è la peggiore piaga sociale, perché genera gravissimi problemi e crimini», scriveva Francesco. «Dobbiamo lavorare tutti insieme, cristiani, non cristiani, persone di tutte le fedi e non credenti, per combattere questa forma di bestemmia, questo cancro che logora le nostre vite».
Le parole di Francesco «La corruzione è la peggiore piaga sociale. Combattiamo questa bestemmia, questo cancro che logora le nostre vite»
Il seminario nella Casina Pio IV è nato «per far fronte a un fenomeno che conduce a calpestare la dignità della persona», dice il cardinale Turkson. «Noi vogliamo affermare che non si può mai calpestare, negare, ostacolare la dignità delle persone. Quindi spetta a noi, con questo dicastero, saper proteggere e promuovere il rispetto per la dignità della persona. E per questo cerchiamo di attirare l’attenzione su questo argomento». L’arcivescovo Silvano Tomasi ha spiegato che l’obiettivo è «sensibilizzare l’opinione pubblica, identificare passi concreti che possano aiutare ad arrivare a politiche e leggi che prevengano la corruzione, e creare una mentalità, una cultura della giustizia». La scomunica potrebbe aiutare.