«Marroni? Nessuna vendetta La situazione è insostenibile, occorre una guida adeguata»
Il dem Marcucci: il governo rinnovi in fretta i vertici
ROMA Con le dimissioni dei due consiglieri del Tesoro dal consiglio d’amministrazione, il board di Consip è decaduto. Ma il Pd tira dritto e, con la mozione presentata venerdì al Senato, chiede al governo di «procedere in tempi celeri al rinnovo dei vertici».
Andrea Marcucci, si aspettava le dimissioni del Cda? E adesso, porterete comunque il caso in Aula?
«Le dimissioni sono frutto delle decisioni dei singoli ed erano nell’aria, visto il polverone che c’è stato. La nostra mozione invece è un’azione politica».
Volete far fuori Luigi Marroni, anche se non è indagato?
«Noi non diciamo di far fuori Marroni, gli indagati o i non indagati — risponde il senatore renziano —. Diciamo che, dopo la vicenda, c’è bisogno di una presa di posizione precisa da parte del governo e di una governance di Consip adeguata».
L’ad Marroni non è adeguato?
«Questo nella nostra mozione non c’è scritto. Ma Consip ha bisogno di una governance rinnovata, autorevole e con mandato pieno. La società è veramente rilevante per le politiche del governo e deve essere incisiva, in grado di soddisfare le aspettative».
Fino ad oggi non lo è stata?
«In una situazione così difficile non lo può essere e per questo chiediamo di ripartire da un mandato nuovo, così che i vertici possano lavorare con serenità. Mi sembra che i numeri di Consip siano buoni,
ma la società va rafforzata, bisogna spingere sull’azione di risparmio».
La mozione, che ha come primo firmatario il capogruppo Luigi Zanda, è stata sottoscritta da tutti i senatori del Pd. Avete i numeri per farla passare?
«A noi sembra una mozione di buon senso, credo che tutta la maggioranza ci si dovrebbe ritrovare. Poi ogni forza politica farà i suoi ragionamenti, che mi auguro siano indirizzati al salvaguardare l’interesse del Paese piuttosto che a minuscoli calcoli elettorali».
Vi aspettate che Mdp non la voti?
«Ognuno si farà carico delle proprie responsabilità».
Tra Marroni e il ministro Luca Lotti, Pd e governo hanno scelto di sacrificare il primo e salvare il secondo?
«Premesso che non commento l’inchiesta, il governo non ha scelto e non è nostra facoltà condannare o salvare qualcuno. La nostra valutazione è politica. La mozione di sfiducia contro Lotti in Parlamento è stata rigettata con un voto molto chiaro e se qualcuno vuole seguire logiche di strumentalizzazione se ne deve prendere la responsabilità».
Gentiloni condivide il contenuto della mozione?
Non è una condanna a lui dopo aver difeso il ministro Lotti, è una valutazione politica Le inchieste dei giudici faranno il loro corso