Prodi, il pranzo con Letta e Parisi: dialogo a sinistra oltre i tweet
Il lavoro per l’unità dell’ex premier (e le critiche a Renzi). Gentiloni: non mi ricandido
Ha visto a casa di Arturo Parisi, a Roma, Matteo Renzi. Per parlare di programma e del futuro del centrosinistra. E di nuovo a casa dell’ex ministro della Difesa, ma questa volta a Bologna, vede Enrico Letta. L’attivismo di Romano Prodi, che pur dichiara di non voler alcun ruolo ufficiale — «non ho interessi personali se no non potrei dare una mano» — in qualche modo continua. Nel capoluogo emiliano l’occasione è la kermesse della Repubblica delle Idee, dove l’ex premier Letta, da un paio di anni professore a Parigi, prende la parola.
Lo scopo di Prodi è quello di facilitare un dialogo fra le varie componenti del centrosinistra: «Lavoro per calmare le acque, sui programmi prima che sulle persone». E anche a questo serve il dialogo fra l’ex presidente della Commissione europea e l’ex premier a cui Renzi disse «stai sereno» prima di causare la crisi del suo governo. Prodi è convinto che Letta abbia ancora qualcosa da dire e da dare al nostro Paese, e che il ruolo di docente in Francia sia solo una parentesi. Il cronista chiede e il Professore risponde con aria di chi la sa lunga: «Temporaneamente...».
Un ritorno in campo di Enrico Letta viene smentito dal diretto interessato, che pure si dice «molto preoccupato per il centrosinistra», ma in questo periodo tutto appare in movimento. Prodi a Bologna ha un colloquio con Paolo Gentiloni, pranza con Letta, si schermisce di fronte ai giornalisti: «Io — aggiunge sorridente — sì che posso continuare a fare il professore...». Senza rinunciare però a dire la sua sia in materia di legge elettorale («Mi sono sempre schierato per l’uninominale») che di doppio incarico («Il ruolo di premier richiede massima dedizione, difficilmente compatibile con quella di grande importanza di segretario di partito»).
Letta invece parla di Europa e in qualche modo, anche se indiretto, di Matteo Renzi. Nel primo caso l’invito è alla nostra classe politica, a non perdere un’occasione: «Sono convinto che nel 2017 Francia e Germania torneranno ad avere un ruolo determinante, e tocca all’Italia decidere se avere le A Bologna L’ex premier Romano Prodi ieri mentre ascolta l’intervento di Enrico Letta
mani sul volante. Guai all’idea che l’Europa sia la fonte di tutti i mali, ma riconoscere che tanto dipende anche dai nostri errori».
Poi arriva anche quello che appare come un affondo contro il renzismo: «Di fronte alla
rivoluzione di Internet ci sono due atteggiamenti della politica. C’è la via finta, quella di chi è follower dei propri follower, in cui loro ti dicono cosa fare. Ma quella non è leadership, ma essere un follower al quadrato. Leadership invece è dire qualcosa che in quel momento non è nella maggioranza dell’opinione pubblica». Una critica cui si associa lo stesso Prodi — «le 262 pagine del programma dell’Unione erano tante, ma meglio che un tweet» — e alla quale risponderà il deputato renziano Michele Anzaldi: «Caro prof Prodi, per comunicare con cittadini in era di big data servono anche i tweet, Facebook, i social. La politica viva nell’oggi e guardi a futuro».
Paolo Gentiloni invece analizza il momento dell’esecutivo: «Il mio governo durerà fino a quando avrà la fiducia del Parlamento. Questo è il mio mantra. Penso sia possibile. Si può dire che il mio governo sia nato fragile ma cerca di sviluppare un programma robusto e questo si può fare». Allo stesso tempo il premier risponde con un secco «no» a chi gli chiede se ci sono possibilità che possa rimanere a Palazzo Chigi dopo le elezioni. Anche lui, infine, fa un accenno a Renzi: «Il fatto che il leader del Pd lavori ad aprire ad altri soggetti mostra come sia molto impegnato a vincere. Non mi piace una sinistra dei buoni perdenti». E forse neppure il fatto che «spesso le nostre proposte non sono condivise dalla gente povera».
Il ruolo di premier richiede massima dedizione, è difficilmente compatibile con quello di segretario Caro prof Prodi, per comunicare con cittadini nell’era dei Big data servono anche i tweet, Fb, i social network