Corriere della Sera

Fondazioni Ue, avviso a D’Alema Lui resiste e sospetta dei renziani

A rischio la guida della Feps. «È una vendetta per la scissione»

- Massimo Paolucci

un «gioiello» che può contare su finanziame­nti milionari della Ue. «Ancora una volta siamo di fronte a una vendetta insopporta­bile, che fa un danno ai socialisti europei — attacca Paolucci —. Altro che rancore di D’Alema».

I renziani non fanno mistero di essere pronti al brindisi se il 28 giugno la poltrona del leader del No dovesse saltare davtro vero. E di certo qualche calice verrebbe alzato anche in Europa, visto il tono della lettera, anticipata da La Stampa, con cui sette tra le principali fondazioni si sono schierate con- Protesta Susanna Camusso, 61 anni, di spalle, ieri a Roma sul palco della manifestaz­ione nazionale della Cgil contro i voucher

(Masiello)

D’Alema: «Ha supportato la scissione del suo partito ed è una figura chiave nella creazione di un nuovo movimento politico che competerà contro il Pd e il Psi». Ragion per cui Fes, Centro Olof Palme, Jean Jaurès, Pablo Iglesias, Masarykova Demokratic­ka Akademie, Res Publica e Ideat, ritengono l’azione di D’Alema «incompatib­ile con il mandato di guidare e rappresent­are la Feps» e chiedono una nuova leadership, capace di lavorare «hand in hand» con il Pse.

Ecco, non si può dire che negli ultimi tempi D’Alema abbia lavorato «mano nella mano» con i socialisti europei, il cui segretario, il bulgaro Sergei Stanishev, definì la scissione del Pd «un errore storico». D’altronde quando il Pse scese in campo per il Sì al referendum di Renzi, D’Alema andò in tv dalla Annunziata e invitò gli amici del Pse a «farsi i fatti loro». Un’uscita che deve aver lasciato qualche strascico.

Eppure l’ex premier non demorde. Convinto com’è che la mossa per cacciarlo dalla Feps sia una «trovata strumental­e» per ridimensio­narlo in Europa e in Italia, si prepara a cercare consensi per il 28 giugno. Le fondazioni con diritto di voto sono una sessantina, il Pse ha 5 voti e due ne ha il gruppo socialista. In mente D’Alema avrebbe un discorso tutto all’attacco, per spiegare ai vertici della Feps che la scissione è nata dalle politiche liberiste di Renzi, per denunciare il silenzio del Pse sulla Brexit e per respingere la «posizione impropria sul referendum italiano». Se dovesse spuntarla dovrà fare il doppio lavoro, vista la tentazione di tornare al Parlamento italiano: «Se i pugliesi me lo chiedesser­o in massa, dovrei fare il sacrificio...».

Non tutto è perduto, D’Alema farebbe una sciocchezz­a a ritirarsi dalla corsa Ancora una volta siamo di fronte a una vendetta insopporta­bile, che fa un danno ai socialisti europei

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