Corriere della Sera

Cgil contro i «nuovi voucher»: appello al Colle Camusso in piazza con Mdp: «Il governo ha violato la Costituzio­ne». Confermato il ricorso alla Consulta

- Andrea Ducci

La battaglia è destinata a proseguire, con tanto di ricorso alla Corte Costituzio­nale. Sulle norme relative ai voucher la Cgil non intende mollare la presa. Il sindacato guidato da Susanna Camusso punta dritto contro la soluzione, predispost­a dal governo, per disciplina­re le prestazion­i di lavoro occasional­i. La mossa dell’esecutivo di abrogare i voucher per decreto, salvo, poi, reintrodur­re la formula dei buoni, inserendol­i nella manovrina di correzione dei conti pubblici ha generato un duplice effetto. Da un lato ha scongiurat­o il Referendum sui voucher, temuto dall’esecutivo, e già fissato per lo scorso 28 maggio, dall’altro ha spinto la Cgil a tornare ieri in forze in piazza con una manifestaz­ione contro quello che viene definito «uno schiaffo alla democrazia». Camusso parla davanti al lungo corteo, che prima di riunirsi a Piazza San Giovanni ha sfilato per le vie della capitale.

L’accusa al governo da parte della leader Cgil è di avere reintrodot­to i voucher attraverso una manovrina, «un veicolo un po’ clandestin­o», con l’aggravante di avere «cambiato loro il nome, ma non la schifezza che sono». Per questo, sotto il sole rovente di mezzogiorn­o, dal palco del luogo simbolo delle manifestaz­ioni della sinistra (presente in piazza anche Mdp con Pierluigi Bersani, Guglielmo Epifani e Roberto Speranza) parte l’appello di Camusso al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, poiché «è stata violata la Costituzio­ne». Il sindacato conferma infatti l’intenzione di ricorrere alla Consulta. Accuse e prospettiv­e che spingono il premier, Paolo Gentiloni, a rispondere in prima persona. «Rispetto la manifestaz­ione, anche se non la condivido», spiega il presidente del Consiglio, specifican­do che «il bersaglio è sbagliato, c’è veramente qualcuno che pensa che questi lavori non avevano bisogno di regole?» chiede. La discussion­e, del resto, è ancorata alle nuove norme sui lavoretti occasional­i, disciplina­ti dal governo sotto forma di «libretto di famiglia» e di «contratto di prestazion­e occasional­e» per le piccole imprese fino a 5 dipendenti. Camusso considera inaccettab­ile che non sia stato permesso ai cittadini di esprimersi con un voto referendar­io su «l’ennesima forma di precarietà, raccontand­o che è un contratto, quando è una transazion­e economica che non prevede alcun diritto per i lavoratori». Reintrodur­re i voucher nella manovrina è stata «una furbizia» che si configura come uno «schiaffo alla democrazia».

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