Cgil contro i «nuovi voucher»: appello al Colle Camusso in piazza con Mdp: «Il governo ha violato la Costituzione». Confermato il ricorso alla Consulta
La battaglia è destinata a proseguire, con tanto di ricorso alla Corte Costituzionale. Sulle norme relative ai voucher la Cgil non intende mollare la presa. Il sindacato guidato da Susanna Camusso punta dritto contro la soluzione, predisposta dal governo, per disciplinare le prestazioni di lavoro occasionali. La mossa dell’esecutivo di abrogare i voucher per decreto, salvo, poi, reintrodurre la formula dei buoni, inserendoli nella manovrina di correzione dei conti pubblici ha generato un duplice effetto. Da un lato ha scongiurato il Referendum sui voucher, temuto dall’esecutivo, e già fissato per lo scorso 28 maggio, dall’altro ha spinto la Cgil a tornare ieri in forze in piazza con una manifestazione contro quello che viene definito «uno schiaffo alla democrazia». Camusso parla davanti al lungo corteo, che prima di riunirsi a Piazza San Giovanni ha sfilato per le vie della capitale.
L’accusa al governo da parte della leader Cgil è di avere reintrodotto i voucher attraverso una manovrina, «un veicolo un po’ clandestino», con l’aggravante di avere «cambiato loro il nome, ma non la schifezza che sono». Per questo, sotto il sole rovente di mezzogiorno, dal palco del luogo simbolo delle manifestazioni della sinistra (presente in piazza anche Mdp con Pierluigi Bersani, Guglielmo Epifani e Roberto Speranza) parte l’appello di Camusso al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, poiché «è stata violata la Costituzione». Il sindacato conferma infatti l’intenzione di ricorrere alla Consulta. Accuse e prospettive che spingono il premier, Paolo Gentiloni, a rispondere in prima persona. «Rispetto la manifestazione, anche se non la condivido», spiega il presidente del Consiglio, specificando che «il bersaglio è sbagliato, c’è veramente qualcuno che pensa che questi lavori non avevano bisogno di regole?» chiede. La discussione, del resto, è ancorata alle nuove norme sui lavoretti occasionali, disciplinati dal governo sotto forma di «libretto di famiglia» e di «contratto di prestazione occasionale» per le piccole imprese fino a 5 dipendenti. Camusso considera inaccettabile che non sia stato permesso ai cittadini di esprimersi con un voto referendario su «l’ennesima forma di precarietà, raccontando che è un contratto, quando è una transazione economica che non prevede alcun diritto per i lavoratori». Reintrodurre i voucher nella manovrina è stata «una furbizia» che si configura come uno «schiaffo alla democrazia».