Da Zuckerberg a Schopenhauer: ecco i nostri ritratti d’autore
C’è il comandante Arkan, il macellaio serbo che, tra una pulizia etnica e l’altra, si presentò al suo terzo matrimonio con 200 paramilitari, le «Tigri», e che veniva esaltato come «l’inseminatore della patria», in quel delirio spermatico che ha accompagnato le guerre balcaniche. E c’è Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, complice e premuroso verso la moglie, Priscilla Chen, e padre commosso e felice della piccola Max. In sintesi c’è l’infinita declinazione del mondo maschile, nel progetto Ritratti che il canale Uomini della 27ora, sta sviluppando in vista de il Tempo delle donne. «Ritratto» non vuol dire modello, né tipo: la scelta delle biografie e l’idea di scovare uomini qua e là nella storia assecondando più l’attenzione che accendono che le loro caratteristiche dominanti, non è casuale. La biografia restituisce la complessità e anche la contraddittorietà di ogni persona. E rimanda il giudizio, ammesso che serva. Ma cominciamo subito con Arthur Schopenhauer: la fama di cui gode è smisurata. Il suo pessimismo rancoroso oggetto di un culto che meriterebbe più approfondite analisi psicologiche. Ma certo è singolare che in pochi vadano a scavare dietro alla sua rabbia e alla sua misoginia, ostinandosi a separare «filosofia» e vita. Per dirla tutta, un buon ritratto, se assomiglia alla realtà, è sempre macchiato.