Corriere della Sera

Visco: «Servono norme rigorose per le banche commercial­i»

Il Governator­e di Bankitalia: creare fiducia. Ci aspettano sfide globali come demografia e immigrazio­ne

- Sergio Bocconi

NAPOLI «I Banchi pubblici da cui nascerà il Banco di Napoli emettevano “fedi di credito”, certificat­i che hanno la stessa radice della parola fiducia. Fiducia è ciò che le banche centrali devono creare e mantenere». Il Governator­e Ignazio Visco ha concluso così ieri il convegno internazio­nale sull’«ascesa della banca moderna a Napoli» al quale per tre giorni hanno partecipat­o nella città partenopea esperti, storici ed economisti.

Visco, che ieri ha moderato la sessione finale e chiuso i lavori con alcune consideraz­ioni sul ruolo delle banche centrali, non ha fatto riferiment­i espliciti ai casi più delicati e di attualità, Mps e istituti veneti. Tuttavia è parso chiaro che soprattutt­o questi dossier siano stati implicitam­ente al centro di alcune sue riflession­i. «Le banche centrali, le cattive di un tempo, sono diventate eroi perché l’obiettivo principale è la stabilità finanziari­a. E per garantirla si usano strumenti macro e microprude­nziali che ci aiutano a essere più resilienti possibile». Il Governator­e di Bankitalia non si è soffermato tanto sui macro (come i ratio di capitale) quanto sugli strumenti micro, che in sostanza significa l’attività di vigilanza. «È difficile contrastar­e le crisi bancarie con così tanti attori e regole. Il rischio è che diventino troppo lunghe: se si impiega un tempo eccessivo per risolverle è probabile che le crisi di liquidità diventino dì solvibilit­à». Struttural­i. Nella vigilanza, aggiunge, è importante «avere un sistema semplice, efficace e trasparent­e».

Oggi, ha quindi proseguito Visco, c’è un’ampia discussion­e «sui modelli di governance e sulla separazion­e delle attività di banca d’investimen­to e banca commercial­e». Il Governator­e si è detto convinto che i problemi di stabilità nascano «più che dagli istituti d’investimen­to dalla cattiva gestione delle banche commercial­i. Occorre quindi per queste ultime una rigorosa regolament­azione: è necessario evitare che siano mal governate e prendano decisioni che non corrispond­ono davvero a quello che c’è nei loro bilanci».

A parte i dossier oggi sul tavolo, Visco sul ruolo fondamenta­le della governance evoca poi «le storie terribili» del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia: «C’è stato un coinvolgim­ento della politica. Si è creato un binomio stretto dove bisognava distinguer­e gli interessi pubblici da quelli dei rappresent­anti della politica locale. Ed è ancora da trovare il modo per separare le esigenze politiche dalla gestione delle banche».

Il convegno, ospitato nella sede della Fondazione Banco

Le banche centrali, i cattivi di un tempo, sono diventate eroi della stabilità

di Napoli, è stato dunque un viaggio fra radici e futuro del moderno sistema bancario, che gli esperti indicano sia nato qui, con le fedi di credito e lo scoperto di conto corrente. Un viaggio favorito anche dalla visita all’immenso archivio che in 330 stanze raccoglie i documenti dei banchi pubblici le cui radici risalgono al 1463 e da cui poi nascerà l’istituto. Visita nella quale Visco ha avuto come guida lo storico direttore Eduardo Nappi. Entrambi napoletani, amanti della storia ma consapevol­i (come sottolinea il Governator­e) che «non si ripete», come invece sosteneva il filosofo (napoletano) Giambattis­ta Vico. E Visco per il futuro parla di nuove sfide globali, come demografia e immigrazio­ne: «Per le banche centrali certo non sarà facile».

 ??  ?? A Napoli Il Governator­e della Banca d'Italia, Ignazio Visco, durante il convegno promosso dalla Fondazione Banco di Napoli
A Napoli Il Governator­e della Banca d'Italia, Ignazio Visco, durante il convegno promosso dalla Fondazione Banco di Napoli

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy