Visco: «Servono norme rigorose per le banche commerciali»
Il Governatore di Bankitalia: creare fiducia. Ci aspettano sfide globali come demografia e immigrazione
NAPOLI «I Banchi pubblici da cui nascerà il Banco di Napoli emettevano “fedi di credito”, certificati che hanno la stessa radice della parola fiducia. Fiducia è ciò che le banche centrali devono creare e mantenere». Il Governatore Ignazio Visco ha concluso così ieri il convegno internazionale sull’«ascesa della banca moderna a Napoli» al quale per tre giorni hanno partecipato nella città partenopea esperti, storici ed economisti.
Visco, che ieri ha moderato la sessione finale e chiuso i lavori con alcune considerazioni sul ruolo delle banche centrali, non ha fatto riferimenti espliciti ai casi più delicati e di attualità, Mps e istituti veneti. Tuttavia è parso chiaro che soprattutto questi dossier siano stati implicitamente al centro di alcune sue riflessioni. «Le banche centrali, le cattive di un tempo, sono diventate eroi perché l’obiettivo principale è la stabilità finanziaria. E per garantirla si usano strumenti macro e microprudenziali che ci aiutano a essere più resilienti possibile». Il Governatore di Bankitalia non si è soffermato tanto sui macro (come i ratio di capitale) quanto sugli strumenti micro, che in sostanza significa l’attività di vigilanza. «È difficile contrastare le crisi bancarie con così tanti attori e regole. Il rischio è che diventino troppo lunghe: se si impiega un tempo eccessivo per risolverle è probabile che le crisi di liquidità diventino dì solvibilità». Strutturali. Nella vigilanza, aggiunge, è importante «avere un sistema semplice, efficace e trasparente».
Oggi, ha quindi proseguito Visco, c’è un’ampia discussione «sui modelli di governance e sulla separazione delle attività di banca d’investimento e banca commerciale». Il Governatore si è detto convinto che i problemi di stabilità nascano «più che dagli istituti d’investimento dalla cattiva gestione delle banche commerciali. Occorre quindi per queste ultime una rigorosa regolamentazione: è necessario evitare che siano mal governate e prendano decisioni che non corrispondono davvero a quello che c’è nei loro bilanci».
A parte i dossier oggi sul tavolo, Visco sul ruolo fondamentale della governance evoca poi «le storie terribili» del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia: «C’è stato un coinvolgimento della politica. Si è creato un binomio stretto dove bisognava distinguere gli interessi pubblici da quelli dei rappresentanti della politica locale. Ed è ancora da trovare il modo per separare le esigenze politiche dalla gestione delle banche».
Il convegno, ospitato nella sede della Fondazione Banco
Le banche centrali, i cattivi di un tempo, sono diventate eroi della stabilità
di Napoli, è stato dunque un viaggio fra radici e futuro del moderno sistema bancario, che gli esperti indicano sia nato qui, con le fedi di credito e lo scoperto di conto corrente. Un viaggio favorito anche dalla visita all’immenso archivio che in 330 stanze raccoglie i documenti dei banchi pubblici le cui radici risalgono al 1463 e da cui poi nascerà l’istituto. Visita nella quale Visco ha avuto come guida lo storico direttore Eduardo Nappi. Entrambi napoletani, amanti della storia ma consapevoli (come sottolinea il Governatore) che «non si ripete», come invece sosteneva il filosofo (napoletano) Giambattista Vico. E Visco per il futuro parla di nuove sfide globali, come demografia e immigrazione: «Per le banche centrali certo non sarà facile».