Corriere della Sera

Le trasgressi­oni di Scarlett

Johansson: «Bisogna dire basta alle commedie al maschile Sfatiamo i tabù, sul set anche noi donne parliamo di sesso»

- Giovanna Grassi

LOS ANGELES Scarlett Johansson, newyorkese, due matrimoni alle spalle (con l’attore Ryan Reynolds e con il giornalist­a francese Romain Duriac), nata nel 1984 in una famiglia di intellettu­ali con origini polacche, è una delle poche attrici americane che, da sola, vince al box office e riesce ad eguagliare o a battere negli incassi le star maschili.

Con Lucy ha primeggiat­o per settimane al box office nel 2014, i giovani l’hanno applaudita in The Avengers e in Captain America e l’aspettano nel nuovo capitolo dei supereroi vendicator­i in cui sarà ancora, con doppia identità, Natasha Romanoff e Vedova Nera. I bambini si divertono quando la sua voce inconfondi­bile e dai timbri un po’ rauchi doppia qualche carattere dei film d’animazione (il prossimo è Isle of Dogs); la platea maschile la considera sexy e intelligen­te e le donne apprezzano la sua indipenden­za. E molti americani ancora ridono per la sua parodia di Ivanka Trump in una puntata del Saturday Night Live dove faceva la pubblicità al business di un profumo immaginari­o dall’ambiguo e ironico nome di Complicit.

La sua nuova prova è Crazy Night - Festa col morto, un film da lei definito «femminista in tutto», a partire dalla sua regista Lucia Aniello, anche co-autrice del copione.

Che cosa l’ha attirata maggiormen­te in «Crazy Night Festa col morto»? «L’ironia, la complicità tra le donne protagonis­te, da Zoë Kravitz a Jillian Bell a Ilana Glazer e altre ottime e divertenti colleghe, maestre nella commedia anche televisiva. Il nostro è, però, anche un film velenoso e sarcastico contro molte consuetudi­ni Usa, come quella maschile dell’addio al celibato».

Un cast femminile per rispondere alle «commedie da maschi»? «Sono state scelte le migliori comedians e davvero sono contenta di questo perché ognuna di loro riesce a far ridere la platea. È ora di smetterla di pensare che la commedia sia appannaggi­o dei maschi, da Lou Costello prima a Will Ferrell poi fino a Jim Carrey».

Le donne del fim non hanno sempre un linguaggio politicame­nte corretto… «Meno male e tra loro parlano anche sporco, come accade Scatenate In una scena del film, le cinque amiche durante l’addio al nubilato a Miami: da sinistra, Zoë Kravitz, Jillian Bell, Scarlett Johansson, Kate McKinnon e Ilana Glazer

nella realtà».

Parlate anche molto di esplicitam­ente di sesso. Nessun imbarazzo?

«Al contrario. Finalmente un film dove le donne non hanno paura di dichiarare che il sesso può anche essere divertente e rendere la vita più piena. Parole che in tempi moderni per tanti e per tante sono ancora un tabù». Cosa ha pensato leggendo

il copione?

«Finalmente, mi sono detta, ecco un film realistico sulle giovani donne di oggi non certo in corsetto o in costumi d’epoca. Viviamo tempi duri di violenza, guerre, terrorismo, crisi economiche e persone che non possono più pagare il mutuo della case e da un giorno all’altro possono diventare homeless. Riuscire a farle sorridere sarebbe come fare un gol per me».

Lei nel film è divisa tra ambizioni politiche e un fidanzato con il quale desidera sposarsi nel modo più tradiziona­le…

«Essere innovativi e pronti ai cambiament­i non significa per questo rinunciare a tradizioni e a consuetudi­ni, ma saperle mettere nel modo giusto in discussion­e. Nel film prendiamo in giro la vanità maschile di oggi, ironizziam­o anche sulla mania degli uomini di parlare delle misure del loro

organo sessuale».

La scorsa estate aveva vinto la scommessa femminile il film «Bad Moms - Mamme molto cattive» e aveva dato via a un seguito. Prenderà parte a un secondo round di «Crazy Night- Festa col morto»?

«Vedremo: a me piacciono i cosiddetti “franchise” e non solo quando sono film tratti da fumetti. Inoltre, nel secondo atto, la mia candidata al Senato potrebbe offrire molti risvolti legati all’attualità».

Lei ha iniziato a recitare giovanissi­ma. Quali erano i suoi modelli al femminile?

«Il primo nome che mi viene in mente è Faye Dunaway in Bonnie and Clyde».

È un film femminista in tutto, ci divertiamo a prendere in giro la vanità degli uomini

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