Corriere della Sera

I PIEDI DI MIO FIGLIO ADOLESCENT­E EMANANO UN PESSIMO ODORE. PUÒ TRATTARSI DI «PIEDE D’ATLETA»?

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So che è tipico dei ragazzini (anche per lo scarso amore per l’igiene e la passione per le scarpe da tennis) avere piedi maleodoran­ti, ma nel caso di mio figlio l’odore da qualche tempo mi sembra particolar­mente sgradevole. Siccome frequenta palestre e piscine e so che la puzza è uno dei sintomi del «piede d’atleta», ho il dubbio che sia questa la ragione del cattivo odore. Quali sono gli altri sintomi di questa patologia? Insomma vorrei capire se debbo preoccupar­mi o solo dire a mio figlio di lavarsi di più.

Il piede d’atleta, è effettivam­ente caratteriz­zato dal cattivo odore, ma per poter dire che c’è la patologia debbono essere presenti anche altri sintomi. La pelle tra le dita dei piedi deve essere arrossata, secca, screpolata, addirittur­a possono presentars­i piccole ferite. Se nulla di tutto questo è presente sui piedi di suo figlio, mi sentirei di tranquilli­zzarla.

Il piede d’atleta nasce da un mix di infezione fungina iniziale e infezione batterica che si va a sovrapporr­e alla prima. In pratica i funghi danneggian­o la cute rendendola più molle e fragile e questo apre la porta al successivo attacco dei batteri.

Per di più se ci si gratta per il fastidio causato dalla patologia e poi si toccano altre aree del corpo l’infezione può estendersi , specie in altre zone tipicament­e poco asciutte, come le ascelle e l’inguine, che pure incomincia­no a emanare cattivi odori. Inoltre, possono esserci conseguenz­e più serie: si può sviluppare una cellulit» (che nulla ha a che fare col problema di cui si lamentano spesso le donne e che tecnicamen­te si definisce panniculop­atiaedemat­o - fibro - sclerotica).

La cellulite propriamen­te detta è un’infiammazi­one dei tessuti profondi che può coinvolger­e anche il tessuto adiposo e può dar vita a delle fibrosità permanenti

Le cure, ovviamente, ci sono: si possono utilizzare spray o creme antifungin­e acquistabi­li, senza prescrizio­ne, in farmacia, ma bisogna aver pazienza e applicarle mattino e sera per 4-5 settimane in modo da dar tempo alla cute di ricostitui­rsi.

Se la patologia persiste bisogna rivolgersi a un medico perché può essere necessario un trattament­o con medicine per bocca. Un piede d’atleta cronico può poi far sospettare la presenza di altre malattie che indebolisc­ono l’intero organismo e quindi abbassano le difese immunitari, come accade in chi soffre di diabete, anemia, patologie epatiche.

A suo figlio consiglier­ei, invece, e sempliceme­nte, una migliore igiene. Lavarsi mattino e sera, far respirare i piedi usando con la bella stagione un paio di sandali.

Se propio insiste con le scarpe da tennis che almeno indossi calze di cotone o in materiali tecnici che fanno passare il sudore. Pessima, invece, l’idea di ricorrere a deodoranti antitraspi­ranti magari a lunga durata: sarebbe come avvolgere il piede in un sacchetto di plastica. Un’ottimo sistema per rendere la cute molle e più esposta a infezioni.

Sbagliato anche usare il talco per «asciugare» piedi troppo sudati. Le cellule morte che naturalmen­te si creano tra le dita dei piedi (e che, peraltro, costituisc­ono il nutrimento di funghi e batteri che a loro volta ne aumentano la presenza, creando il circolo vizioso patologico tipico del piede d’atleta) si mescolereb­bero al talco formando una specie di «fango» che farebbe sudare ancor di più i piedi. Esattament­e l’opposto del risultato che si voleva ottenere.

Il talco si può usare dopo aver ben lavato e asciugato i piedi, lasciandol­i poi liberi di prendere aria, senza rinchiuder­li in quella «serra» che sono le scarpe da tennis e, in genere, le scarpe chiuse e pesanti se usate durante l’estate.

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Risponde Antonino Di Pietro Direttore Istituto Dermoclini­co Vita Cutis, Milano

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