Corriere della Sera

Lettera a Maduro: rispetta i diritti del tuo Venezuela

Il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni e il presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy hanno scritto una lettera-appello congiunta al presidente del Venezuela Nicolás Maduro, invitandol­o al dialogo con l’opposizion­e per fermare l’escalati

- di Paolo Gentiloni e Mariano Rajoy

«Consideria­mo fratello il popolo venezuelan­o, ecco perché non possiamo essere indifferen­ti alle sue sofferenze»: così il premier italiano Gentiloni e quello spagnolo Rajoy in una lettera al leader Maduro.

Italia e Spagna hanno un rapporto speciale con il Venezuela. Una relazione che può contare non solo sulle nostre vaste Comunità nazionali che vi risiedono, ma anche su una comunanza di valori, costumi e tradizioni.

Consideria­mo fratello il popolo venezuelan­o e ne sosteniamo le legittime aspettativ­e di pace, democrazia, sviluppo e coesione sociale. Ecco perché non possiamo essere indifferen­ti alle sue sofferenze. Ecco perché non possiamo tacere di fronte all’escalation di violenze in atto tra Governo e opposizion­i e alle molte decine di vittime degli scontri in cui sono degenerate le recenti manifestaz­ioni. Ecco perché non possiamo rassegnarc­i alla crisi economica, sociale e umanitaria che colpisce un Paese così ricco, ma dove non si trovano più beni di prima necessità e medicinali. Assistiamo sgomenti a una situazione drammatica, in cui lo scontro politico sembra aver chiuso ogni spiraglio a un dialogo costruttiv­o. Il solo strumento che possa scongiurar­e nuove e ancor più gravi violenze, oltre che il rischio di involuzion­i anti-democratic­he.

La crescente gravità di questo scenario rende ormai necessario rompere gli indugi. Italia e Spagna si appellano pertanto con forza al Governo venezuelan­o affinché riconsider­i la sua

decisione di indire un’Assemblea Costituent­e. Anche perché la Costituzio­ne del 1999 — alla cui lettera e spirito tutte le parti devono attenersi — prevede già i meccanismi utili a individuar­e una soluzione politica in grado di ricomporre i diversi interessi nel rispetto delle Istituzion­i, delle leggi e della sovranità popolare.

La scelta di convocare — in un momento tanto critico —

l’Assemblea Costituent­e divide il Paese invece di unirlo. Ne sono testimonia­nza il manifesto dissenso non solo di molte forze politiche, incluso in seno al chavismo, ma anche di voci autorevoli delle Istituzion­i e della società civile. Pensiamo, da ultimo, alla Conferenza Episcopale del Venezuela, che ha espresso pubblicame­nte al Santo Padre le sue preoccupaz­ioni per la situazione tragica in cui versa il

Paese.

Al Presidente Maduro ci permettiam­o di ricordare che Simón Bolívar — il cui obiettivo supremo era di superare le divisioni e assicurare l’unità del popolo — ha avvertito: «La maniera di ben governare è di impiegare gli uomini onorati, fossero anche nemici». Con questo spirito chiediamo che egli e il suo Governo non reprimano il dissenso, rispettino la separazion­e dei poteri e la legittimit­à democratic­a dell’Assemblea Nazionale così come i diritti umani, incluso il diritto a manifestar­e pacificame­nte.

È dunque tempo di definire senza indugi una piattaform­a negoziale che attivi una dinamica di riavvicina­mento e di responsabi­lità comune tra le forze contrappos­te. Nel farlo non si potrà prescinder­e da quattro condizioni fondamenta­li per raggiunger­e un risultato efficace: rispetto dello Stato di diritto, e in particolar­e dell’autonomia del Parlamento, rilascio dei detenuti politici, apertura di un canale umanitario a favore della popolazion­e venezuelan­a e adozione di un calendario elettorale chiaro e condiviso affinché il popolo venezuelan­o possa esprimere la propria volontà attraverso il voto libero, diretto e universale.

L’Italia e la Spagna saranno al fianco del Venezuela in questo difficile percorso. E si impegneran­no per fare in modo che anche l’Unione Europea possa offrire il suo pieno sostegno. È di conforto vedere che un numero sempre più elevato di Paesi, indipenden­temente dagli orientamen­ti politici dei loro Esecutivi, condivida le nostre preoccupaz­ioni e non intenda far mancare il proprio contributo a favore della pace. Accogliamo altrettant­o favorevolm­ente gli sforzi regionali in corso volti a favorire la ricerca di una soluzione pacifica e democratic­a alla crisi in Venezuela.

Ma la responsabi­lità ultima sulla strada da intraprend­ere spetta naturalmen­te al Governo del Venezuela. Alle sue scelte politiche — che la Storia verrà chiamata a giudicare — sono appesi il destino, i bisogni, le speranze e le paure di milioni di cittadini. La pace e il futuro di un Paese e di una Nazione.

Non possiamo essere indifferen­ti alle sofferenze, non possiamo tacere davanti alla escalation di violenze Condizioni: rispetto dello Stato di diritto, rilascio dei detenuti politici, apertura di un canale umanitario, un voto libero

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 ??  ?? Uniti nella fede Migliaia di venezuelan­i, di diverse fedi, hanno manifestat­o ieri a Caracas contro la repression­e (Reuters)
Uniti nella fede Migliaia di venezuelan­i, di diverse fedi, hanno manifestat­o ieri a Caracas contro la repression­e (Reuters)

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