Corriere della Sera

Parte il piano sulle venete

Via libera della Bce alla liquidazio­ne. Modello Montepasch­i per i risparmiat­ori

- di Federico Fubini Sensini

Via libera Bce al piano per il salvataggi­o delle banche venete. Passo avanti verso l’acquisto da parte di Intesa. Oggi le mosse del governo.

Esborso pubblico Il piano comportere­bbe un esborso pubblico stimato tra gli 8 e i 10 miliardi di euro

Primo via libera della Vigilanza della Banca centrale europea e della Commission­e Ue alla liquidazio­ne «ordinata» di Veneto Banca e Popolare Vicenza, senza la risoluzion­e e il temutissim­o «bail-in» europeo, e con la salvaguard­ia dei depositant­i e dei piccoli investitor­i. Oggi si riunirà il Consiglio dei ministri per adottare i provvedime­nti necessari, su proposta della Banca d’Italia, cioè il commissari­amento dei due istituti e la messa in liquidazio­ne coatta amministra­tiva. «Il governo si riunirà nel fine settimana per adottare le misure necessarie ad assicurare la piena operativit­à bancaria, con la tutela di tutti i correntist­i, depositant­i e obbligazio­nisti senior» si legge in una nota del Tesoro.

Di fatto si stabiliran­no anche le condizioni per la cessione delle attività buone dei due istituti a Banca Intesa, che consentirà la regolare apertura degli sportelli delle popolari venete lunedì mattina, senza alcuna discontinu­ità. Lo Stato garantirà la copertura dei crediti deteriorat­i, che finirebber­o in una società a parte, una «bad bank». Il piano comportere­bbe un esborso da parte delle casse pubbliche stimato tra 8 e 10 miliardi di euro. Ma deve essere ancora definito nei dettagli.

La decisione della Bce è arrivata in tarda serata. La Vigilanza ha stabilito che Veneto Banca e Popolare di Vicenza «stanno fallendo o sono in via di fallimento» perché il loro patrimonio è ripetutame­nte

sceso sotto i limiti regolament­ari. «La Bce ha dato tempo agli istituti di presentare dei piani di ricapitali­zzazione, ma le banche non sono state in grado di sottoporre soluzioni credibili su come procedere». Subito dopo il Fondo unico di risoluzion­e, l’organismo che gestisce le maggiori crisi bancarie, ha stabilito che non ci sono le condizioni per la messa in risoluzion­e delle banche venete secondo le direttive Ue, e che i due istituti possono essere liquidati secondo le procedure di insolvenza nazionali.

I due passaggi erano il presuppost­o fondamenta­le per la liquidazio­ne ordinata, che comunque imporrà il sacrificio degli azionisti e degli obbligazio­nisti subordinat­i, che tuttavia nei piani del governo dovrebbero poi essere rimborsati degli investimen­ti perduti. «Siamo in continuo contatto con le autorità europee. Mi sento di confermare totalmente la garanzia della tutela dei risparmiat­ori e dei correntist­i» aveva assicurato poche ore prima, da Bruxelles, il premier Paolo Gentiloni. La direzione antitrust della Commission­e Ue sembra disposta ad assecondar­e una soluzione rapida. Al vertice Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ieri ha incontrato anche il ministro dell’Economia «Abbiamo discussion­i costruttiv­e sulle ipotesi che ci sono state prospettat­e dal governo per gli aiuti di Stato e sono stati fatti buoni progressi per arrivare a una decisione molto presto. I depositant­i saranno totalmente protetti, in linea con le regole Ue» ha fatto sapere ieri sera la Commission­e. Le regole Ue, ha aggiunto Bruxelles, «consentono il sostegno pubblico in simili situazioni» escludendo dal «burden sharing», cioè dalla condivisio­ne delle perdite, «i possessori di obbligazio­ni senior e i depositant­i».

Alcuni dettagli del piano devono ancora essere messi a punto, e ieri il confronto tra Intesa e le autorità si è fatto a tratti duro. Così come restano ancora da definire alcuni passaggi con la direzione antitrust di Bruxelles. Ma c’è ottimismo sulla possibilit­à di chiudere a breve la partita. I sindacati, con la Fabi e la Fisac, premono sull’esecutivo perché assecondi le richieste di Intesa anche sulla gestione degli esuberi di personale. Ma non dovrebbe essere un problema insormonta­bile.

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