A giudizio 14 del Movimento per le firme false a Palermo
Le trame intessute da Raffaele Marra nella nascente giunta di Virginia Raggi erano infinite. Nomine, procedure, mediazioni, consigli. Tutto passava dal suo telefono. Lo stesso dal quale Procura e carabinieri hanno raccolto anche le prove per accusare di falso la prima cittadina di M5S quando sostiene di aver curato in prima persona la nomina di Renato, fratello dell’allora direttore delle risorse umane, alla direzione del Turismo.
La scelta al Turismo
Ne parla in modo esplicito anche Salvatore Romeo in un passaggio del suo interrogatorio: «A mero titolo di esempio posso indicare che fu lui, quale direttore del dipartimento delle risorse umane, a dare concreta attuazione a tutta la procedura di interpello voluta da Virginia Raggi e che poi ha portato, tra l’altro, alla contestata nomina di Renato Marra a direttore della direzione Turismo sotto l’assessore Meloni».
Romeo spiega anche il tipo di scontro in atto nel Movimento sul ruolo di Marra: «Ulteriori garanzie derivavano dal fatto che Marra Raffaele fosse plurilaureato e provenisse dalla Guardia di Finanza, nonché avesse ricevuto diversi encomi. Motivi questi che non destavano in noi fondati sospetti sulla sua persona, a fronte delle indicazioni in senso contrario che provenivano da una parte del Movimento, sebbene qualificata».
«Ne parlo io a Virginia»
Un’altra conversazione, con tale Andrea (forse l’assessore al bilancio Mazzillo) mostra il filtro operato dall’ex finanziere tra la sindaca e chiunque dovesse relazionarsi con lei. È il 23 ottobre scorso:
So che con Virginia hai già parlato, riguardo al… alla rettifica dell’interpello… via WhatsApp. Sì, sì.
perfetto, ok, benissimo. Allora solo quello. Se riusciamo a farlo in brevissimo sarebbe perfetto.
eh, ma la modifica
Andrea:
Marra: Andrea: Marra:
Sono stati rinviati a giudizio i 14 indagati coinvolti nell’inchiesta sulle firme false del M5S a sostegno della lista per le Amministrative del 2012, a Palermo. Lo ha stabilito il gup Nicola Aiello e la prima udienza si terrà il 3 ottobre. Tra gli imputati ci sono anche tre deputati nazionali del Movimento (Nuti, Mannino e Di Vita), due regionali (La Rocca e Ciaccio) e un cancelliere del Tribunale. I reati contestati, a vario titolo, sono di falso e violazione della legge elettorale.