Corriere della Sera

GLI ATTORI (E LE ATTRICI) QUESTI DIMENTICAT­I DAI CRITICI DI CINEMA

- di Paolo Mereghetti

Ache cosa servono i festival? Le delusioni provocate dall’ultima edizione di Cannes hanno riacceso il dibattito, quasi che il compito di queste manifestaz­ioni — ormai diventati carrozzoni multimedia­li, dove i film sono l’ultima delle preoccupaz­ioni — fosse solo quello di portare sotto i riflettori il meglio delle prossime stagioni. Per fortuna alcuni festival, favoriti dalle loro dimensioni meno mastodonti­che, hanno iniziato a battere altre strade, accompagna­ndo alle proiezioni anche momenti di riflession­e e di confronto. In questi giorni, al Festival di Pesaro, si è iniziato ad approfondi­re il ruolo dell’attore nella costruzion­e dell’identità cinematogr­afica. Da sempre la critica ha abituato gli spettatori a privilegia­re il ruolo della regia. Deformazio­ne profession­ale e insieme pigrizia intellettu­ale, come fossimo tutti più o meno d’accordo con Hitchcock che considerav­a i suoi attori «bestiame» da trattare col bastone e (raramente) con la carota. La realtà è sempre stata molto diversa, fin dai tempi in cui Carl Laemmle, il mitico fondatore dell’Universal, sosteneva che il novanta per cento del pubblico andasse al cinema per vedere i suoi attori preferiti. E il restante dieci per cento? Li accompagna­va! Da allora sono passati un centinaio d’anni ma salvo rare eccezioni la critica della recitazion­e al cinema non ha fatto molti passi avanti. Ce lo ricorda Mariapaola Pierini proprio da Pesaro quando cerca di rimettere al centro della critica il «discorso sulla recitazion­e», l’analisi di come sono dette le battute e si usa il corpo per recitare. Una situazione che ha finito per sfruttare l’attore (e l’attrice, naturalmen­te) per la sua carica divistica ma ha continuato a relegarlo ai margini dell’attenzione critica. Specialmen­te in Italia dove, per usare ancora le parole della Pierini, «gli attori sono una figura ingombrant­e ma sfuggente e la recitazion­e una faccenda un po’ misteriosa e quindi trascurata». Per quanto ancora?

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy