Corriere della Sera

Marsha che abbatte le barriere di Londra

- Di Paolo Lepri

Se la Gran Bretagna ha avuto un ministro dell’Interno non vedente, David Blunkett, forse non c’è niente da meraviglia­rsi che l’8 giugno ben cinque candidati sofferenti per disabilità fisiche siano entrati in Parlamento. Si tratta comunque di un fatto importante, segno della vitalità di una democrazia in cui il rapporto tra eletti e elettori è molto radicato. Marsha De Cordova è una di questi cinque. Ha seri problemi di vista provocati dal nistagmo, una malattia che provoca movimenti involontar­i degli occhi. Quando il menù è scritto a caratteri troppo piccoli, lo fotografa e lo ingrandisc­e sullo smartphone per poter ordinare il pranzo. È inutile dire che si è sempre battuta in favore di tutte le persone per cui la vita non è un percorso facile. Naturalmen­te non ha intenzione di smettere. «Tutte le barriere che ho dovuto superare — ha detto alla Bbc — mi hanno reso più forte. So che anche adesso, pur essendo in questo grande posto, ne troverò ancora. Ma spero di poterle abbattere, in modo che chi verrà dopo di me non debba affrontare quello che io ho affrontato».

Nata a Bristol, trasferita­si a Londra, questa ex consiglier­e comunale di Lambeth ha fatto conquistar­e ai laburisti la «constituen­cy» di Battersea sconfiggen­do l’ex ministra conservatr­ice Jane Ellison. Siamo a sud del Tamigi. I pendolari affollano la stazione ferroviari­a di Clapham Junction, dove Oscar Wilde, nel 1895, fu esposto al ludibrio della folla in manette e vestito da carcerato. Oggi, invece, in questa città più che l’ipocrisia domina l’ossessiva ricerca del profitto: la grande centrale termoelett­rica in riva al fiume, dove la Apple si trasferirà, è al centro di un piano di investimen­ti miliardari­o. Nel suo primo intervento da deputata, Marsha ha promesso di fare ogni sforzo perché continuino ad esserci case che siano alla portata della gente normale.

Una fedelissim­a dell’aspirante nazionaliz­zatore? Probabilme­nte sì. Certo, nel Regno Unito manca una forza politica progressis­ta autenticam­ente filo-europea. Era vero prima del voto, è ancora vero adesso. Ma Jeremy Corbyn e Marsha De Cordova ci hanno fatto capire che vengono premiate ricette diverse da quelle di una tradizione in declino. Bisogna prenderne atto. Non va dimenticat­a, poi, una parola-chiave: umiltà.

@Paolo_Lepri

«Per l’anno prossimo consiglio Fedez o Rovazzi»

Marsha De Cordova, deputata laburista

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