Corriere della Sera

Lino o cascame del riso L’ora dei materiali eco

Arredi «alternativ­i» non solo nel nome della sostenibil­ità ambientale

- Silvia Nani

sservando il tavolino sinuoso, impossibil­e immaginare che quella base a due steli simili a petali sia plasmata con il lino. È solo uno dei nuovi materiali per l’arredo che il mondo dell’industria sta esplorando per affiancarl­i a quelli più tradiziona­li. La loro prerogativ­a è di essere «eco», ovvero naturali o derivati da scarti vegetali oppure sostenibil­i nel processo produttivo e nell’utilizzo. Non si tratta di una mera presa di posizione ideologica dei produttori né tantomeno di scelte stilistich­e dettate dai designer: grazie a questi materiali alternativ­i gli arredi aumentano le loro performanc­e offrendoci la possibilit­à di un uso più ampio e trasversal­e, come serve nelle nostre case di oggi.

Sono stati necessari tre anni più una maggiore leggerezza.

«Il lino ha tra le sue qualità intrinsech­e la resistenza alla torsione, l’elasticità, la bassa densità, la biodegrada­bilità. In più c’è il piacere tattile dato dalle fibre, che in un arredo possono rimanere a vista sulla superficie», spiega Marie-Emanuelle Belzung, direttore della Confederaz­ione europea del lino e della canapa, organismo che sta cofinanzia­ndo assieme all’Unione Europea un programma triennale di promozione del lino (quest’anno è interessat­a l’Italia). «Se si considera che da un ettaro di lino europeo (dall’Europa proviene l’80 per cento della produzione mondiale) si possono realizzare 1.375 sedie e che le coltivazio­ni non necessitan­o di irrigazion­i, sono prive di ogm e utilizzabi­li senza scarti, si può dire che i mobili in lino sono a tutti gli effetti “ecorespons­abili”», commenta Belzung.

Transfer da altri mondi significa non solo ispirazion­e, ma avvantaggi­arsi di specifiche peculiarit­à. Quest’anno Moroso, su progetto di Amanda Levete e assieme a Feruglio Engineerin­g, ha scelto l’alluminio aeronautic­o per la realizzazi­one dei tavoli e sedie che arrederann­o il nuovo caffè all’aperto del Victoria & Albert Museum a Londra. «Le lastre sottilissi­me (6 e 8 mm) di derivazion­e aeronautic­a hanno permesso di ottenere una forma Supersotti­le Sedia e tavolino AL—A , design studio Amanda Levete per Moroso, in alluminio aeronautic­o

di ricerca a Saintluc per mettere a punto la miscela che ha trasformat­o la fibra di lino, legata da una resina, in un materiale struttural­e per l’arredo. «Vengo dal mondo dei compositi applicati all’aeronautic­a e all’automotive e da qui ho preso spunto per trovare un nuovo materiale alternativ­o alla fibra di vetro e di carbonio», spiega Fréderic Morand, fondatore del marchio francese che oggi propone una collezione di mobili (tavoli e sedute di varie forme e dimensioni) in lino, realizzati in Italia. Le doti? Resistenza, plasmabili­tà e caratteris­tiche meccaniche analoghe alla fibra di vetro, con in Nuove icone essenziale ma resistente», spiegano dal centro ricerche del marchio. «In più questo specifico materiale si presta all’elettrocol­orazione, un processo che garantisce maggiore stabilità ai raggi Uv per l’uso in esterni».

L’utilizzo trasversal­e: obiettivo, questo, che ha spinto il marchio BBB Italia (oggi rinato dopo un periodo di stasi) a riproporre le seduta 940 di Gio Ponti, già presente in catalogo, in un nuovo materiale ecologico da Sinuoso Tavolino Codet di Saintluc, design JeanPhilip­pe Nuel, con base in fibra di lino e piano in vetro outdoor ricavato dal cascame del riso: «Tritato e unito a una resina diventa sagomabile, acquista un aspetto del tutto simile al legno e, soprattutt­o, risulta inattaccab­ile persino dalla salsedine», spiega l’art director del marchio Michele Franzina. Tra riciclo e nuovi usi, assieme alle prestazion­i al primo posto rimane l’etica. Che significa anche un prezzo per tutti. Così Giulio Cappellini, dopo il rivestimen­to del nuovo divano Mill Effetti simili a quelli del legno e della fibra di carbonio ma con più leggerezza e flessibili­tà

Home in Sensitive Fabrics, tessuto di derivazion­e sportiva duttile, resistente ed economico, sta riflettend­o su un nuovo materiale da imbottitur­a: «Una scocca a stampo fatta con scarti tessili che, agglomerat­i, diventano rigidi. Sostenibil­e e accessibil­e», rivela. Rimane un’ultima frontiera: rendere i nuovi materiali ancora più seducenti. Ma questa è un’altra storia.

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 ??  ?? Di Cappellini, divano Mill Home, rivestito in tessuto Sensitive Fabrics di Eurojersey di derivazion­e sportiva
Di Cappellini, divano Mill Home, rivestito in tessuto Sensitive Fabrics di Eurojersey di derivazion­e sportiva
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Sedia 940 di Gio Ponti, prodotta da BBB Italia, nella nuova versione in Resysta, materiale brevettato derivato dal guscio del riso
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