Lino o cascame del riso L’ora dei materiali eco
Arredi «alternativi» non solo nel nome della sostenibilità ambientale
sservando il tavolino sinuoso, impossibile immaginare che quella base a due steli simili a petali sia plasmata con il lino. È solo uno dei nuovi materiali per l’arredo che il mondo dell’industria sta esplorando per affiancarli a quelli più tradizionali. La loro prerogativa è di essere «eco», ovvero naturali o derivati da scarti vegetali oppure sostenibili nel processo produttivo e nell’utilizzo. Non si tratta di una mera presa di posizione ideologica dei produttori né tantomeno di scelte stilistiche dettate dai designer: grazie a questi materiali alternativi gli arredi aumentano le loro performance offrendoci la possibilità di un uso più ampio e trasversale, come serve nelle nostre case di oggi.
Sono stati necessari tre anni più una maggiore leggerezza.
«Il lino ha tra le sue qualità intrinseche la resistenza alla torsione, l’elasticità, la bassa densità, la biodegradabilità. In più c’è il piacere tattile dato dalle fibre, che in un arredo possono rimanere a vista sulla superficie», spiega Marie-Emanuelle Belzung, direttore della Confederazione europea del lino e della canapa, organismo che sta cofinanziando assieme all’Unione Europea un programma triennale di promozione del lino (quest’anno è interessata l’Italia). «Se si considera che da un ettaro di lino europeo (dall’Europa proviene l’80 per cento della produzione mondiale) si possono realizzare 1.375 sedie e che le coltivazioni non necessitano di irrigazioni, sono prive di ogm e utilizzabili senza scarti, si può dire che i mobili in lino sono a tutti gli effetti “ecoresponsabili”», commenta Belzung.
Transfer da altri mondi significa non solo ispirazione, ma avvantaggiarsi di specifiche peculiarità. Quest’anno Moroso, su progetto di Amanda Levete e assieme a Feruglio Engineering, ha scelto l’alluminio aeronautico per la realizzazione dei tavoli e sedie che arrederanno il nuovo caffè all’aperto del Victoria & Albert Museum a Londra. «Le lastre sottilissime (6 e 8 mm) di derivazione aeronautica hanno permesso di ottenere una forma Supersottile Sedia e tavolino AL—A , design studio Amanda Levete per Moroso, in alluminio aeronautico
di ricerca a Saintluc per mettere a punto la miscela che ha trasformato la fibra di lino, legata da una resina, in un materiale strutturale per l’arredo. «Vengo dal mondo dei compositi applicati all’aeronautica e all’automotive e da qui ho preso spunto per trovare un nuovo materiale alternativo alla fibra di vetro e di carbonio», spiega Fréderic Morand, fondatore del marchio francese che oggi propone una collezione di mobili (tavoli e sedute di varie forme e dimensioni) in lino, realizzati in Italia. Le doti? Resistenza, plasmabilità e caratteristiche meccaniche analoghe alla fibra di vetro, con in Nuove icone essenziale ma resistente», spiegano dal centro ricerche del marchio. «In più questo specifico materiale si presta all’elettrocolorazione, un processo che garantisce maggiore stabilità ai raggi Uv per l’uso in esterni».
L’utilizzo trasversale: obiettivo, questo, che ha spinto il marchio BBB Italia (oggi rinato dopo un periodo di stasi) a riproporre le seduta 940 di Gio Ponti, già presente in catalogo, in un nuovo materiale ecologico da Sinuoso Tavolino Codet di Saintluc, design JeanPhilippe Nuel, con base in fibra di lino e piano in vetro outdoor ricavato dal cascame del riso: «Tritato e unito a una resina diventa sagomabile, acquista un aspetto del tutto simile al legno e, soprattutto, risulta inattaccabile persino dalla salsedine», spiega l’art director del marchio Michele Franzina. Tra riciclo e nuovi usi, assieme alle prestazioni al primo posto rimane l’etica. Che significa anche un prezzo per tutti. Così Giulio Cappellini, dopo il rivestimento del nuovo divano Mill Effetti simili a quelli del legno e della fibra di carbonio ma con più leggerezza e flessibilità
Home in Sensitive Fabrics, tessuto di derivazione sportiva duttile, resistente ed economico, sta riflettendo su un nuovo materiale da imbottitura: «Una scocca a stampo fatta con scarti tessili che, agglomerati, diventano rigidi. Sostenibile e accessibile», rivela. Rimane un’ultima frontiera: rendere i nuovi materiali ancora più seducenti. Ma questa è un’altra storia.