Scoprire, a vent’anni, di essere intersessuali
hristian lo sa dall’anno scorso, Michele da quando ha 15 anni. Christian lo ha scoperto in seguito a degli esami. I genitori di Michele, invece, lo sapevano da quando è nato ma non avevano trovato il modo giusto per dirglielo. Come spiegare a un bambino che il suo genotipo è xxy e non solo xy, come la stragrande maggioranza degli uomini? Quella x in più caratterizza le persone con la sindrome di Klinefelter, che rientra nella categoria dell’intersessualità: persone nate con caratteri sessuali che non rientrano nelle tipiche nozioni binarie del corpo femminile e maschile. Secondo alcuni studi, è così una percentuale compresa fra lo 0,05 ed il 1,7% della popolazione. L’estetica non c’entra: i caratteri in più comprendono diverse variazioni fisiche ma non è detto che siano visibili. Per loro, entrambi 24enni (trovate le loro storie su http://27esimaora.corrier e.it/sessoeamore/), non è stato difficile accettare il fatto di esserlo: «Io sono sempre io. E quando l’ho detto al mio partner, mi ha risposto che mi ama per quello che sono, x in più compresa», dice Christian. E Michele: «Non voglio che sia un segreto, ma non è la prima cosa che dico quando mi presento». Anche perché, quando lo dicono, non sempre trovano persone che sanno di cosa stiano parlando. Di queste tematiche, però, si inizia a discutere. Quest’anno, per la prima volta in Italia, il gruppo intersexioni e Arcigay Milano Gruppo Donna hanno deciso di sfilare anche con la bandiera intersex ai diversi Pride, compreso quello organizzato oggi nella città meneghina. Un modo per rendere visibili anche le persone intersessuali e farle sentire meno sole. Se le stime degli esperti sono corrette, nel mondo ce ne sono almeno 30 milioni.
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