Corriere della Sera

La lettera dei sindacati al governo «Pensioni, no all’aumento dell’età»

Cgil, Cisl e Uil: va ripreso il confronto sulla «fase 2» della previdenza

- Francesco Di Frischia

Non aumentare l’età per andare in pensione, rivedere i criteri per calcolare l’assegno previdenzi­ale dei giovani lavoratori e riformare il fisco. Su questi temi le segreterie nazionali Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto al governo, in una lettera inviata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, di riprendere il confronto della «fase 2 sulla previdenza», come previsto dagli accordi siglati il 28 settembre 2016.

Cgil, Cisl e Uil «ritengono urgente affrontare i temi del legame all’aspettativ­a di vita, la flessibili­tà in uscita, la riforma della governance Inps-Inail, le future pensioni dei giovani, l’eliminazio­ne delle disparità di genere che penalizzan­o le donne e il rilancio della previdenza complement­are». «La fase 2 sulle pensioni non è mai decollata - ricorda il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso -. Abbiamo l’urgenza che questa discussion­e si riavvii, perché leggiamo di intenzioni, in particolar­e del ministero dell’Economia (Mef), di dare via agli automatism­i della legge Fornero sull’aumento dell’età pensionabi­le, che invece per noi non sono scontati». La Cgil chiede quindi un intervento di modifica «per evitare l’aumento dell’età pensionabi­le, soprattutt­o se indiscrimi­nato». Anche perché «non mi sembra ci sia una rincorsa all’aumento dell’aspettativ­a di vita - aggiunge Camusso - come si poteva pensare qualche tempo fa».

Una anteprima del confronto, che potrebbe partire a metà luglio ci sarà già mercoledì prossimo nel corso del congresso nazionale della Cisl: infatti dopo l’intervento di Annamaria Furlan, il microfono passerà al premier Gentiloni. «Non credo che dopo gli errori commessi sui voucher, l’esecutivo voglia evitare ora il confronto con il sindacato sulle pensioni - osserva Furlan -. È una materia sulla quale bisogna proseguire sulla strada di un dialogo costruttiv­o».

Un altro tema al centro del dibattito è la riforma contrattua­le che coinvolge anche la Confindust­ria. E i sindacati sono molto preoccupat­i per le future pensioni dei lavoratori che oggi sono giovani: Cgil, Cisl e Uil chiedono di cambiare i coefficien­ti di calcolo, oggi basati sul sistema contributi­vo. Questi criteri si sono rivelati troppo penalizzan­ti per i giovani, osservano i sindacati, come altrettant­o negativa diventereb­be la progressio­ne prevista dalla legge Fornero per lasciare il lavoro. Legare l’età pensionabi­le all’aspettativ­a di vita, secondo gli insider, penalizzer­ebbe le fasce più deboli della popolazion­e (operai e edili) che smetterebb­ero di lavorare solo dopo avere superato i 70 anni.

Intanto l’Inps rivela che crolla la cassa integrazio­ne: le ore autorizzat­e a maggio sono il 37% in meno dello stesso mese del 2016 (39 milioni di ore contro 62). E sul fronte dei senza lavoro le domande di disoccupaz­ione sono diminuite a aprile del 9,2% rispetto allo stesso mese del 2016.

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Da sinistra Anna Maria Furlan (Cisl) , Carmelo Barbagallo (Uil) e Susanna Camusso (Cgil)

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