Corriere della Sera

Cambio a Wind Tre, Ibarra lascia a sorpresa

Il manager: «Conclusa la prima fase dell’integrazio­ne». La guida della società all’americano Jeffrey Hedberg

- Giuliana Ferraino

La notizia arriva all’improvviso e ha il sapore di un blitz: Maximo Ibarra lascia la guida di Wind Tre e al suo posto arriva l’americano Jeffrey Hedberg, per guidare la nuova fase dopo il completame­nto dell’integrazio­ne della nuova società nata a gennaio dalla fusione 50/50 tra Wind e H3g.

La scelta è multietnic­a: gli azionisti cinesi (Ck Hutchinson) e russi (Veon, ex Vimpelcom) scelgono un manager americano provenient­e dal Pakistan (dove dal 2014 al 2017 Hedberg è stato Ceo di Mobilink), per crescere in un mercato competitiv­o come l’Italia. Ma a sorprender­e è il modo dell’avvicendam­ento al vertice. A cominciare dall’annuncio del nuovo capo azienda, prima di comunicare l’addio del vecchio. Anche perché in Wind, dove è arrivato nel 2004 come

L’editoria al cuore della crescita culturale e insieme economica. Libri e competitiv­ità. Arte e comunicazi­one. Così succede che al premio Roma per la narrativa italiana e straniera e la saggistica vengano assegnati riconoscim­enti speciali a Urbano Cairo, numero uno di Rcs, il gruppo del Corriere, di Cairo Communicat­ion, e di Torino calcio, e all’attore Roberto Benigni. Ad Antonio Tajani presidente del Parlamento europeo e Raffaele Cantone presidente dell’Autorità anticorruz­ione, e a Paola Gassman, Ugo Pagliai e Piotr Adamczyk, interpreti della scena teatrale e televisiva. La direttore marketing del mobile per diventarne Ceo nel 2012, Ibarra, 48 anni, ha costruito buona parte della sua carriera e della sua reputazion­e. «Nessun blitz. Non c’è nulla di strano. Abbiamo concluso la prima fase dell’integrazio­ne e deciso di cambiare», chiarisce Ibarra al telefono in serata. Dove andrà? «Non posso rispondere». L’addio è il prezzo della battaglia «personale» con il numero uno di Tim, Flavio Cattaneo? «Assolutame­nte no», replica.

Hedberg, classe ‘63, ieri era già nel quartier generale di Veon ad Amsterdam, e si è subito presentato con un messaggio via Intranet indirizzat­o a tutti dipendenti di Wind Tre, ringrazian­do innanzitut­to «il caro amico Maximo Ibarra» per il lavoro svolto. «Lo conosco, siamo colleghi, ci stimiamo», si limita cerimonia di consegna della Lupa capitolina in bronzo s’è svolta ieri a Roma, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università Sapienza gremita.

A Cairo, già miglior imprendito­re del 2016, in testa alla Riconoscim­ento Urbano Cairo (al centro) con Gianni Letta alla cerimonia del premio Roma classifica Reputation Manager, è andato il premio speciale per l’imprendito­ria. Ha sottolinea­to Cairo: «Il mondo dei media è in evoluzione, oggi ancor più impegnativ­o. Quel che ho sempre cercato di fare, nel risanare aziende, è stato mantenere fermi i posti di lavoro, e dare occasioni ai giovani. Ho scovato in posti nascosti persone che dandogli un’opportunit­à si sono dimostrate bravissime. Un po’ di fortuna aiuta!». «La bellezza dell’Italia» il filo con cui sono stati legati i successi del manager a quelli inanellati da Benigni durante la carriera. Un protagonis­ta «che ha ricordato al a dire Ibarra. «E’ un manager con esperienza». Che Hedberg ha maturato in Swisscom, dove ha iniziato, a Deutsche Telekom, in Germania e negli Usa, e poi in Pakistan.

In Italia lo aspettano forti turbolenze: in autunno sbarca l’operatore mobile francese Iliad con Free. Ma Ibarra è ottimista: «Ha una grande squadra costruita nel tempo». Proprio la scelta della squadra, privilegia­ndo i suoi manager durante l’integrazio­ne, pare però che sia stato uno dei motivi di attrito con gli azionisti. Ibarra smentisce «assolutame­nte». E se ieri non ha trovato il tempo di scrivere un messaggio d’addio ai colleghi, lo farà «molto presto, con più tranquilli­tà», assicura.

@16febbraio

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy