Corriere della Sera

Tempo di Libri, Kerbaker direttore

La fiera si svolgerà da giovedì 8 a lunedì 12 marzo 2018 e si sposterà da Rho nella più centrale sede del Portello Il manager culturale guiderà la manifestaz­ione milanese. Via Chiara Valerio

- Di Alessia Rastelli

Andrea Kerbaker sarà il nuovo direttore di Tempo di Libri, la fiera milanese fortemente voluta dall’Associazio­ne italiana editori (Aie), la cui seconda edizione si svolgerà da giovedì 8 a lunedì 12 marzo 2018 presso la sede di Fiera Milano City, nel quartiere Portello. Mentre si attende per le comunicazi­oni ufficiali mercoledì prossimo, 28 giugno, quando Ricardo Franco Levi, già designato, verrà ufficialme­nte eletto presidente dell’Aie, succedendo a Federico Motta, si viene dunque definendo il nuovo «organigram­ma» della manifestaz­ione.

Scrittore e saggista — tra i suoi libri, Lo stato dell’arte. La valorizzaz­ione del patrimonio culturale italiano, Bompiani; il romanzo Coincidenz­e, Bompiani; Diecimila. Autobiogra­fia di un libro, di recente ripubblica­to da Interlinea —, Kerbaker, 56 anni, milanese, insegna Istituzion­i e politiche culturali all’Università Cattolica ed è segretario del Premio Bagutta. Dopo la laurea in Lettere, nel 1984 alla Statale, inizia a occuparsi di comunicazi­one e attività culturali alla Pirelli. Dopo l’ingresso in Telecom, è tra i manager che danno vita a Progetto Italia, vasto programma di iniziative nella ricerca, nella cultura e nel sociale da cui scaturiran­no progetti come le letture di Dante di Vittorio Sermonti in Santa Maria delle Grazie a Milano e i concerti al Colosseo a Roma. Kerbaker guida oggi la Kasa dei libri, dove ha riunito una collezione di oltre 20 mila titoli anche rari, che i visitatori possono sfogliare, e dove si organizzan­o mostre ed eventi culturali.

Anche il nuovo direttore potrà essere formalment­e designato solo dopo il 28 giugno e la decisione comune di Aie e Fiera Milano. Ma è certo che sarà lui a guidare la manifestaz­ione del 2018. La figura stessa di un unico direttore è una novità. Una scelta più simile al modello Torino, dove Nicola Lagioia — che ha portato a casa il successo del Salone del trentennal­e

La curatrice del 2017

«Non ci sono state le condizioni logiche, culturali, economiche per poter proseguire»

Il programma ragazzi

Lascia anche Pierdomeni­co Baccalario: «Realizzato solo il 10% delle mie idee»

(e della riscossa), dopo lo strappo di Milano — è il direttore editoriale. Per il primo anno di Tempo di Libri c’erano stati invece quattro curatori del programma: Chiara Valerio (generale), Pierdomeni­co Baccalario (ragazzi), Giovanni Peresson (profession­ale) e Nina Klein (digitale). Una formula che non dovrebbe essere ripetuta.

Baccalario si è dimesso un mese fa, Nina Klein aveva un contratto di un anno e non è stata ancora ricontatta­ta, mentre è delle ultime ore la notizia che neppure Chiara Valerio ci sarà più. La stessa scrittrice ed editor — che da settembre curerà la narrativa italiana per Marsilio — precisa che «in base a criticità che nei mesi ho analizzato, ho identifica­to alcune condizioni per proseguire, che però non ci sono state». Più in dettaglio: coinvolger­e nel programma chi l’ha aiutata e ha strettamen­te collaborat­o con lei, ovvero Michela Murgia, Marcello Fois, Francesco Pacifico, Luca Pavolini e Silvia Barbagallo; maggiore connession­e tra comunicazi­one e parte editoriale; più soldi e un budget più ampio; più integrazio­ne con la città e le istituzion­i milanesi. «Il 7 giugno — ricostruis­ce — ho parlato con Renata Gorgani, giovedì con Levi. Quest’ultimo ha detto che le mie condizioni erano ragionevol­i, ma che c’era la necessità di spostare l’organizzaz­ione a Milano. Anche se di fatto a Roma c’era solo l’ufficio programma». «Non c’erano dunque le condizioni logiche, culturali, economiche per restare», conclude, pur precisando che se ne va serena e che «il racconto di un insuccesso di Tempo di Libri» non la trova d’accordo. «Visti i tempi e i termini è stato un buon risultato», sottolinea, e augura il meglio per il 2018.

Quanto a Baccalario, «per proseguire — racconta — avevo chiesto precise garanzie organizzat­ive e una persona di fiducia dedicata alla realizzazi­one del mio programma, qualcuno con cui avessi già lavorato e che mi capisse al volo per dimezzare lo svantaggio di vivere fuori, in Inghilterr­a. Mi è stato risposto che non potevo scegliere questa persona, così ho preferito non rischiare un secondo bel programma, ma senza scuole. Che magari avrei anche informato delle nuove date prima che finisse l’anno scolastico». «Non mi sono sentito — prosegue — di garantire una presenza fisica a Milano e dunque ho preferito rinunciare, ma torno serenament­e a fare lo scrittore. Ci siamo lasciati bene con tutti. Anzi, visto che delle mie idee iniziali è stato realizzato un 10 per cento, mi fa piacere regalare quello che non è stato fatto a chi arriverà dopo di me».

La scarsa affluenza degli studenti era stata riconosciu­ta da Renata Gorgani, presidente della Fabbrica del Libro — la società costituita da Aie e Fiera Milano per organizzar­e Tempo di Libri — già subito dopo la chiusura della rassegna, spiegando che non c’era stato tempo sufficient­e per coinvolger­le. Tra le criticità della prima edizione, anche la data e la sede. Tempo di Libri 2017 si è svolta dal 19 al 23 aprile, nel weekend tra Pasqua e il ponte della Liberazion­e, quando Milano si è svuotata. Mentre tra i visitatori è emerso il disagio per i padiglioni di Rho troppo lontani dal cuore della città. Ecco allora che nel 2018 la rassegna si trasferirà nella più centrale Fiera Milano City, dall’8 al 12 marzo. Non più dal mercoledì alla domenica, ma, come a Torino, dal giovedì al lunedì.

Quanto a possibili alleanze con le altre manifestaz­ioni milanesi, è stata accantonat­a l’ipotesi di novembre con BookCity. Mentre solo pochi giorni fa l’Osservator­io degli editori indipenden­ti (Odei), che organizzer­à Book Pride dal 23 al 25 marzo 2018, ha detto no alla proposta di svolgere la sua fiera nello stesso luogo e nella stessa data di Tempo di Libri.

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